Tra le corsie di SAIE 2014 e Smart City Exhibition
Milano, Bologna e Firenze. Sono le “capitali” del Centro-Nord le prime smart cities in Italia, incoronate al 50° Saie, salone internazionale delle costruzioni (Bologna, 22-25 ottobre) nell’ambito di Smart City Exhibition. Il rapporto ICity Rate 2014 analizza 106 comuni capoluogo sulla base di 72 indicatori statistici per descrivere la situazione in sei dimensioni: economy, living, environment, people, mobility e governance, secondo criteri d’analisi internazionali delle smart cities. Registrando un evidente divario tra aree del Paese, le città metropolitane si posizionano sul podio per caratteristiche diverse: Milano emerge per il primato economico in produttività, intensità brevettuale e dimensioni aziendali, attività di ricerca e sviluppo. Bologna, al secondo posto, difende la sua tradizione in termini di vivibilità, presenta una struttura produttiva equilibrata e registra buone performance di mobilità e governance. Firenze è premiata per i risultati dal punto di vista della qualità del capitale umano e sociale (people), della vivibilità (living), e in termini economici (economy). Quanto a sostenibilità ambientale, però, le grandi città sono nettamente superate dai centri minori. Trento si conferma prima, seguita da Belluno e Matera, prima città del Mezzogiorno.
Smart City Exhibtion, organizzata da tre anni da Forum PA con Bologna Fiere, è stata inoltre il palcoscenico dei progetti ‘smart’, messi a punto dall’Enea, dal Cnr e dalle collaborazioni con il MIT di Boston, Valencia e 21 Università italiane, tra cui gli atenei bolognese, di Pisa e Padova. I modelli e le soluzioni studiati per migliorare la qualità della vita nei centri urbani sono incentrati sull’applicazione di tecnologie ‘intelligenti’ perchè capaci di ridurre i consumi, promuovere l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale delle città. Tra le strategie proposte, la gestione integrata dei servizi, il monitoraggio e l’integrazione delle reti. Dai prototipi ai progetti già collaudati, oltre 200 i progetti iscritti ai tre bandi di Smart City, presentati da amministrazioni locali, agenzie, enti, start up, aziende, associazioni, e applicabili a diversi ambiti (salute, risparmio energetico, disabilità, mobilità sostenibile ecc.). Tra questi, l’Open data del territorio di Enna, e la European Cycling Challenge, competizione di città europee in cui si ricorre di più alle due ruote. I percorsi sono tracciati tramite smartphone e visualizzati in tempo reale nella classifica. Lo scopo è promuovere l’uso della bicicletta in maniera social e di ottenere dati utili (tracce Gps) per la pianificazione urbana.
I ricercatori Enea hanno invece presentato una decina di progetti, fra cui ‘Res Novae’, per lo sviluppo di una piattaforma integrata per la distribuzione energetica, la gestione del traffico e il monitoraggio in tempo reale del centro urbano. ‘Pell’ prevede invece la realizzazione di un centro di raccolta dati e diagnostica sui consumi energetici e le prestazioni di impianti di illuminazione pubblica e di edifici pubblici. All’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica è dedicato anche ‘Lumiere’, che conta l’adesione di 800 comuni. ‘Smart Basilicata’ punta a sviluppare processi organizzativi, modelli gestionali e soluzioni tecnologiche per la gestione sostenibile del sistema energetico ed ambientale lucano.
Sul fronte delle abitazioni private, nei padiglioni del Saie Green Habitat (Bologna, 22-25 ottobre) la “nuova edilizia” è protagonista di uno sviluppo economico incentrato sulle case prefabbricate in legno. “Zero consumi, zero emissioni, zero rifiuti. Non è uno slogan, si può fare”. E’ convincente, Ugo Mazza, ex amministratore locale ora nella Fondazione Climabita di Norbert Lantschner. “Mancano però le strategie politico-amministrative – continua – perché l’incentivo del 65% in sé è straordinario, benché restituito in dieci anni, ma se il privato non può anticipare la somma?”. Si stima che in Italia siano 6 milioni gli edifici da riqualificare: “Se ogni condominio ricevesse un finanziamento di 70mila euro per ristrutturarsi e diminuire i propri consumi energetici, e li restituisse in 10 anni, ci sarebbero da subito enormi risparmi per lo Stato: minor acquisto di gas nell’approvvigionamento energetico, meno emissioni inquinanti e sostegno all’economia locale tramite l’edilizia”. Ecco allora la proposta di Climabita al Governo: “Istituire un fondo nazionale – spiega Norbert Lantschner, presidente della fondazione dopo l’esperienza di CasaClima - e far leva su prefinanziamenti, prescrizioni normative, controlli rigorosi e comunicazione, per sensibilizzare sull’urgenza del tema energetico e sui vantaggi possibili”. Vantaggi di cui Lantschner parla nel suo libro “Smile energy” appena uscito in libreria.
Se il 38% del consumo energetico è per uso civile, un’edilizia a consumo zero è fondamentale. In tal senso si muovono già diverse aziende nostrane. Come la Fbe wood living di Vicenza, unica in Italia a produrre “ la vera casa in legno”, come spiega Loris Fantini: “Un sistema in cui non è di legno solo la struttura, ma tutto il muro, di vari spessori, che è costituito da tavole di abete connesse con chiodi di alluminio”. Niente colle e niente vuoti per questo sistema d’origine tedesca, detto Mhm (muro di legno massiccio) è così altamente stabile, e “lavora” sull’ambiente in termini di temperatura e umidità. L’abitazione può fare a meno di ventilazione forzata e sistemi di raffrescamento. Legnami certificati da foreste ripiantumate, soprattutto del Veneto, per Fbe. Un nuovo asilo a Fano, alberghi in Italia e Svizzera, e un mini quartiere in cohousing a Forlì: “il mercato risponde bene” conclude Fantini.
Opere d’arte le strutture in legno della Stratex, che ricordano le armature di Botticelli per il duomo di Firenze. E infatti sono state scelte per la rinascita della cupola del Petruzzelli, il celebre teatro gioiello di Bari. Ma anche per il futuro Guggenheim di Dubai. Dalla segheria del Dopoguerra ad azienda da 30 milioni di euro di fatturato, con brevetti e clienti in tutto il mondo: un successo coronato dall’aggiudicazione dell’appalto per le architetture di servizio dell’Expo 2015. “Saranno di legno le strutture di sale, bagni, pronto soccorso, sale stampa – chiarisce Manlio Bille, responsabile Divisione Strutture – ma ne useremo il meno possibile. Crediamo in un uso responsabile di questa risorsa, benchè rinnovabile”. Tre stabilimenti in Friuli e uno all’estero, collaborazioni anche con Renzo Piano, Stratex collaborerà inoltre con Bodino Engineering alla costruzione del padiglione Cina di Expo.
Un “tubosolare” captatore di luce naturale per abbattere i consumi elettrici e migliorare il confort di ambienti chiusi, come i grandi impianti industriali: è la novità (in realtà già diffusa anche da Velux e altri) presentata al Saie da Ecosolux, azienda del milanese con casa madre spagnola. “E’ un prodotto completamente riciclabile, perchè formato da vetro e alluminio” assicura Marco Ferrari, uno dei due soci. Solo abeti rossi a km zero, delle foreste del tarvisiano, per la friulana Diemme di Pontedda (Ud), che al Saie presenta una rielaborazione dello schema Xlam, con un nuovo tirante metallico interno alla struttura di legno: niente ponti termici e parete più resistente.
“Nell’obiettivo d’incrementare l’uso del legname locale certificato e potenziare uno sviluppo sostenibile della filiera foresta-legno – illustra Maria Cristina D’Orlando, dirigente Servizio Foreste della Regione Friuli Venezia-Giulia – la Regione ha fissato criteri di priorità o di esclusione per le aziende, se certificate o meno”. Tra gli strumenti del legislatore regionale, “la misura 323 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 è stata premiata come best practice dall’associazione delle Regioni europee”, sottolinea D’Orlando. Tale misura prevede infatti solo legno di foreste certificate per ristrutturare in montagna. Nella strategia volta a favorire uno sviluppo sostenibile per l’area montana, la Regione si avvale del Consorzio Innova Friuli Venezia-Giulia, istituito lo scorso anno per fungere da “facilitatore” tra imprese ed enti pubblici, insieme a Confindustria.
Cristina Gentile