Rapporti UNWTO e Univerde: dove va l’ecoturismo?
Alla parola ecoturismo, a molti vengono ancora in mente, per contrasto, le coste cementificate e i mostri ecologici in mezzo a paesaggi incontaminati. Ma le strutture ricettive non sono l’unico elemento a pesare sull’ambiente. Bisogna considerare anche gli spostamenti, l’alimentazione, la sostenibilità dei sistemi turistici. L’ambiente è infatti messo sempre più a dura prova da un turismo che, nonostante la crisi, è in costante aumento. Secondo i dati contenuti nell’ultimo rapporto dell’Unwto (l’Organizzazione Mondiale del Turismo), si scoprono cifre strabilianti: nel 2010 i turisti che hanno varcato la frontiera del proprio Paese sono stati 940 milioni, a cui vanno aggiunti tutti coloro che hanno fatto vacanze “domestiche”. Entro il 2012 gli arrivi potrebbero superare la soglia di 1 miliardo ed entro il 2015 le economie emergenti supereranno, in termini di arrivi turistici internazionali, quelle avanzate. Entro il 2030, si arriverà, di questo passo, a 1,8 miliardi di turisti internazionali nel mondo, ad un ritmo di 43 milioni di turisti in più all’anno, poco meno dell’intera popolazione spagnola.
In occasione di Ecomondo, la fondazone Univerde dell’ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha organizzato un convegno per analizzare, alla luce di questi nuovi dati, il Primo Rapporto sul Turismo Sostenibile ed Ecoturismo, realizzato alcuni mesi fa insieme a Ipr Marketing. Viste anche le previsioni dell’Unwto, il turismo sostenibile appare una strada obbligata e sempre più necessaria: l’unico modo per consentire al pianeta di “reggere” gli spostamenti di milioni di persone.
La tendenza è comunque fortunatamente crescente nelle scelte di viaggio degli italiani: la ricerca di Univerde ha infatti registrato il boom dell’interesse per il turismo ecologico, la natura, i parchi, la riconversione ecologica delle realtà ricettive, ma anche una crescente preoccupazione, specie nei giovani, per i danni che il turismo può causare all’ambiente. La sostenibilità della vacanza è considerata una necessità dall’83% degli italiani, mentre il 63% degli intervistati (percentuale che tra i giovani sale oltre l’80%) indica la cementificazione come il primo dei danni che un turismo malgestito può causare all’ambiente. Ad essa si aggiungono però molte altre minacce possibili, in particolare per quanto riguarda le emissioni di Co2 e l’effetto serra: «Nel Rapporto 2012 sarà approfondito il rapporto tra turismo e cambiamenti climatici e il contributo che il primo può dare nella lotta a questo grave problema», spiega il presidente della fondazione Pecoraro Scanio.
Già lo studio del 2011 si è soffermato sulla mobilità sostenibile, rilevando che il treno resta al centro dell’attenzione, ma è ancora poco popolare tra i giovani. Il 58% degli intervistati preferisce la gita in canoa agli acquascooter (27%); in campagna e montagna solo il 21% preferisce il fuoristrada mentre oltre il 70% sceglie escursioni a piedi e trekking, mentre, in relazione al cibo, oltre il 90% preferisce mangiare prodotti locali e bio e solo il 6% è attratto dai fast food. Per quanto riguarda invece le strutture ricettive, ben il 35% dichiara di informarsi sulla loro sostenibilità ambientale e quelli che lo fanno usano soprattutto internet.
Anche nella scelta delle destinazioni la sostenibilità svolge un ruolo importante. Alla domanda “Cosa attrae di più nella scelta di una meta turistica?”, la prima risposta riguarda la natura incontaminata e le bellezze paesaggistiche (59%), seguita da cultura, bellezze storico artistiche (57%), mentre meno della metà (23%) mette ai primi posti i luoghi di svago ben organizzato. Tra le principali motivazioni dei turisti italiani, troviamo conoscenza ed esplorazione (42%), arricchimento culturale (39% – soprattutto donne), svago e divertimento (37%), mentre sport e movimento sono in coda alla classifica (solo 5%). Se poi, a determinare la scelta, la motivazione economica resta prevalente, è tuttavia quasi raggiunta dalla motivazione ambientale (nel voto medio 7,1 a 6,8).
All’ecoturismo si collegano il trekking, le attività sportive in natura, la visita di borghi storici e la ricerca dei prodotti enogastronomici locali. Gli hotel “green” sono preferiti dal 69% a parità di prezzo e dal 25% in ogni caso, solo il 6% si dichiara non interessato alla scelta ecologica degli alberghi. Un dato ormai chiaro ai grandi gruppi alberghieri: «Nh, gruppo con 400 alberghi in Europa, ha scelto di fare investimenti massicci nella green economy, e anche Hilton sta puntando sull’ecoturismo». «Serve però – conclude Pecoraro Scanio - una politica che aiuti e incentivi le aziende che fanno questa scelta».
Veronica Ulivieri