Verso una gastronomia “ecologica”: presentato il Manifesto di Pollenzo
Viene dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo un contributo all’Italia e all’Europa per ridefinire la propria identità a partire da un elemento centrale come la questione agricola e la sicurezza alimentare. A dirlo è stato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, alla presentazione del Manifesto di Pollenzo in occasione del Decennale dell’Unisg: “Grazie per questi 10 anni, per la straordinaria intuizione che avete avuto e per il lavoro fatto fino a ora. Siamo in un momento storico in cui l’Italia e l’Europa non sono più al centro del mondo, e per ridefinire la propria identità devono aprirsi a un dialogo tra pari, senza l’arroganza di chi già sa ma con l’approccio di chi ancora non conosce. Dopo le ultime elezioni e in vista del semestre europeo di presidenza italiana è necessario ridefinire l’identità europea, e le istituzioni da sole non riescono. Questo Manifesto potrà dare un contributo significativo alla discussione sulla questione alimentare, in vista del semestre europeo di presidenza italiana. La produzione e il consumo di cibo rappresentano un tema geopolitico nodale, in quanto possono cambiare i rapporti tra gli stati. In questo Manifesto vedo l’originalità della proposta italiana. Del resto, l’esempio siete voi, che avete avuto una visione alta e lungimirante con la creazione di questo ateneo”.
Il Manifesto di Pollenzo, presentato dal professor Nicola Perullo alla platea dei partner strategici dell’Università di Scienze Gastronomiche (aziende ed enti che sostengono l’attività didattica dell’ateneo), ha l’ambizione di diventare il punto di riferimento delle scienze gastronomiche del XXI secolo, intese come un terreno di saperi che dialogano attivamente e dinamicamente tra loro. Una scienza della vita e della quotidianità che riguarda tutta la nostra esistenza, non soltanto il piacere monetizzato del tempo libero, e che si sviluppa in diversi ambiti di ricerca: beni comuni e tecnologia; diritto del cibo e giustizia; biodiversità e sostenibilità agricola, biodiversità e sostenibilità culturale; benessere, piacere, convivialità; identità, tradizione e autenticità; gusto, esperienza, pratica e teoria.
Il documento, sintesi del modello didattico dell’Università di Pollenzo, verrà sottoposto a livello internazionale a donne e uomini di pensiero chiamati a condividerne l’ispirazione e a portare contributi: “Il Manifesto può essere un punto di partenza straordinario per il pensiero che il mondo dovrà sviluppare attorno alle tematiche dell’alimentazione”, ha sottolineato Carlo Petrini, presidente dell’Unisg. “Non è un documento chiuso all’ambito accademico ma un lavoro di ricerca e condivisione aperto ai contributi di quella moltitudine di persone che dedicano la loro vita alla produzione del pane quotidiano, alla distribuzione del cibo e alla sua fruizione intelligente. Anche in vista delle grandi sfide che questo momento ci pone, prima fra tutti la vergogna della morte per fame, che non ha più senso in un mondo dove quasi il 40% della produzione viene buttato via. Le questioni poste dal Manifesto sono una sfida anche per il sistema Paese Italia e che parta da Pollenzo mi inorgoglisce, come penso tutti gli italiani. Il Manifesto supera la visione antropocentrica della gastronomia, riconoscendo i diritti della natura e delle altre specie. È l’essenza stessa di un nuovo umanesimo quello che vede il cibo energia della vita essere riconosciuto come vita stessa“.