Ultimo giorno per il Green Social Festival
Visione globale e scenario internazionale. Gran finale per la giornata conclusiva del Green Social Festival 2010 di Bologna con la doppia conduzione di Pierluigi Masini, vicedirettore del Resto del Carlino e Paola Maugeri, vj di MTV, che apriranno il dibattito sugli effetti dell’evoluzione tecnologica sul mondo, analizzandone luci ed ombre.
Tematiche che saranno approfondite nel corso dell’incontro-dibattito IL CAMBIAMENTO, durante il quale esponenti del mondo accademico, politico e istituzionale si confronteranno sugli aspetti più delicati di questo cambiamento socio–economico. Interverranno Vincenzo Balzani Professore di Chimica presso l’Università di Bologna, Andrea Cerroni Professore di Sociologia presso l’Università di Milano-Bicocca, Alberto Contri, Presidente Fondazione Pubblicità Progresso e Francesco Ferrante, Vicepresidente Kyoto Club. Ferrante si interroga sulla possibilità di costruire un modello di città “smart” finalizzato alla creazione di città sostenibili: “L’idea basilare per fare di una città una smart city è di usare la tecnologia delle comunicazioni al fine di ottimizzare il consumo delle risorse. Le nostre città dipendono da una grande quantità di sistemi operativi connessi, nascosti sotto terra, nei muri o semplicemente on air. Questi network provvedono a fornirci un vitale sistema di informazioni, che messe in connessione con i mezzi di trasporto, ci consentono di muoverci in maniera più economica e meno inquinante per l’ambiente urbano”.
Il festival si concluderà con le CENTO DOMANDE dal pubblico a Robert Francis Kennedy III, convinto ambientalista e nipote del senatore candidato alla Casa Bianca assassinato a Los Angeles nel 1968 e Federico Rampini, inviato a New York de La Repubblica, che racconterà in un viaggio attraverso tre continenti e decine di città, la rivoluzione verde che ci porterà a produrre e consumare in modo più consapevole.
“Dopo la grande recessione che ha colpito il mondo intero, l’Occidente si trova a fare i conti con un modello di crescita rivelatosi fallimentare – spiega Rampini nel suo libro Slow Economy – centrato sulla corsa al consumo e sull’indebitamento, che ha precipitato i cittadini nel caos e nella paura. Ma se a vacillare è un intero modello di vita, l’Occidente può forse cogliere un’opportunità di salvezza guardando a oriente: a Paesi tornati a essere interlocutori imprescindibili, in primo luogo Cina e India, ma non solo”.