Tutela del paesaggio e alta velocità: Vicenza sotto osservazione UNESCO
L’ufficio UNESCO del Ministero dei Beni e delle attività culturali ha scritto al Comune di Vicenza chiedendo informazioni sugli impatti che il progetto di attraversamento del territorio vicentino della ferrovia Alta Velocità/Alta Capacità può arrecare al sito UNESCO di Vicenza.
La lettera, firmata dal direttore dell’Ufficio Unesco del MiBACT Gianni Bonazzi, arriva dopo che una missiva della professoressa Francesca Leder, docente dell’Università di Ferrara e membro di OUT – Osservatorio Urbano-Territoriale Vicenza, aveva segnalato il 30 dicembre scorso all’UNESCO la forte preoccupazione destata dal progetto ferroviario promosso dal Comune di Vicenza, dalla Camera di Commercio e sostenuto dal Ministero delle Infrastrutture.
Per la seconda volta in pochi mesi (agosto e dicembre) gli uffici centrali di Parigi dell’UNESCO e quelli del Ministero dei Beni Culturali sono stati interpellati e sollecitati perché si esprimessero sulla compatibilità di progetti della portata di quello relativo all’insediamento di Borgo Berga, ad un passo dalla Rotonda e dal centro storico di Vicenza (prima segnalazione), e del tracciato dell’Alta Velocità/Alta Capacità, con tutto il corredo di opere complementari (seconda segnalazione), fermamente volute dall’attuale Amministrazione, così come affermato pubblicamente dal sindaco di Vicenza Achille Variati e confermato dalle azioni messe in campo sinora.
Opere che considerano necessario la realizzazione di un tunnel carrabile che attraversa longitudinalmente Monte Berico, la collina che domina la città storica, per sbucare proprio sotto la Villa Valmarana ai Nani (universalmente nota per i suoi meravigliosi affreschi del Tiepolo) distruggendo così, in modo definitivo, quel brano di paesaggio culturale che comprende le ville palladiane e il loro intorno.
La cosa più deprecabile, secondo OUT, è l’
assoluta indifferenza nei confronti degli impegni presi dal Comune di Vicenza attraverso la firma della
convenzione internazionale per la conservazione del patrimonio culturale sottoscritta all’atto del riconoscimento (nel 1994 e nel 1996) e rinnovata anche negli ultimi mesi grazie ad una verifica dello stato di conservazione del patrimonio culturale palladiano. I cittadini e le associazioni ambientaliste sono lasciati soli nell’impegno della tutela del bene mondiale:
oggi come nei mesi scorsi tacciono le istituzioni culturali cittadine, prestigiose realtà come il
CISA, il Centro Internazionale di Studi “Andrea Palladio”, che ha il compito di difendere l’opera palladiana essendo questa la ragione stessa dell’esistenza del Centro.
Le associazione chiedono pertanto un intervento deciso da parte degli organi nazionali e internazionali competenti e una messa in mora del comportamento dell’amministrazione comunale, incapace, a quanto scrivono, “di assumere appieno questa importante e delicata responsabilità di coordinare le azioni di tutela dell’intero complesso del patrimonio palladiano, bene culturale mondiale UNESCO”.
La risposta del MiBAC è arrivata a breve giro di posta e questo per i cittadini e le associazioni riunite in OUT è un importante segnale culturale e politico con il quale l’amministrazione comunale non potrà non fare i conti.