Seduzione e repulsione tra le piante. I segreti della “visione fitocentrica” negli Orti della Lombardia
La Rete degli Orti botanici della Lombardia inaugura il 6 settembre presso il chiostro dell’Orto botanico dell’Università degli Studi di Pavia, la prima tappa del tour di “Seduzione Repulsione. Quello che le piante non dicono”, la mostra itinerante che proseguirà per tutto il 2016 nei sei Orti botanici lombardi. Saranno organizzate visite guidate e un incontro con i curatori in occasione del congresso della Società Botanica Italiana, che si svolgerà a Pavia dal 14 al 18 settembre. La seconda tappa sarà l’Orto botanico di Bergamo, dove l’esposizione sarà presente a partire dal 4 ottobre durante “Bergamo Scienza” e vi resterà fino al 10 gennaio. Successivamente sarà la volta dell’Orto di Toscolano Maderno (Bs), del Giardino botanico di Villa Carlotta a Tremezzina (Co), dei due Orti botanici dell’Università degli Studi di Milano Brera e Città Studi e del Giardino botanico Alpino “Rezia” di Bormio (So).
Un’occasione per conoscere i segreti e le sottili tecniche di attrazione e di inganno delle piante attraverso una visione fitocentrica, ossia al di fuori della relazione con l’uomo. La mostra, ad ingresso gratuito, consiste in dieci sezioni espositive e una parte dedicata all’interazione con il pubblico, coinvolto nel dire la sua su questo spettacolo della botanica.
Come fanno le piante a sedurre gli impollinatori e respingere gli aggressori? Ognuna ha un suo modo, ognuna una sua caratteristica peculiare con cui si approccia al mondo esterno. Spine, peli, profumi, rotondità, forme curiose, ingannevoli e colori, che per l’uomo sono pura realizzazione estetica, hanno uno specifico motivo di esistere. Ci sono poi vere e proprie collaborazioni tra piante e animali, frutto dell’evoluzione di strategie riproduttive e di sopravvivenza.
L’esposizione inviterà a scoprire quelle più curiose messe in atto dalla pianta, per permettere l’ottimizzazione delle proprie risorse.Tra i grandi prestigiatori della natura c’è l’orchidea, nelle sue diverse varietà dalle forme sinuose e colorate, di cui ogni strana geometria ha un senso pratico. Molte specie di orchidee del genere Ophrys seducono e ingannano: sono prive di nettare ma la forma del labello, una sorta di petalo modificato, imita nel disegno e nella pelosità l’addome della femmina delle specie impollinatrici e addirittura emettono un feromone che inganna l’insetto. Un’altra orchidea, Dracula chesteronii, simula la forma e il profumo di un fungo per attirare insetti che hanno questa golosità. Esistono anche fiori più generosi, come la Strelitzia che offre ghiotto nettare ad alcuni volatili e per evitare di avere i petali rovinati dalle loro ali, offre una vera e propria sporgenza di supporto dove questi possono appoggiarsi e cibarsi comodamente.
“Seduzione Repulsione. Quello che le piante non dicono” svela ai suoi visitatori queste dinamiche segrete e invita all’ascolto dei messaggi silenziosi del mondo naturale. Alcune citazioni letterarie e poetiche coinvolgono lo spettatore fornendo uno spunto ulteriore di riflessione sui temi trattati.
La Rete degli Orti botanici della Lombardia racconterà, con questa esposizione al pubblico, anche la sua visione di seduzione e repulsione nei confronti del mondo delle piante: cosa affascina e cosa mette in allerta gli studiosi? La ciclicità e il rigenerarsi del mondo vegetale è il più grande fascino, mentre il rischio da cui difendersi è la perdita della biodiversità causata anche dalla presenza nel territorio di piante invasive non autoctone. L’esposizione affronterà questo aspetto, invogliando il pubblico a orientarsi verso un giardinaggio sostenibile e nella acquisizione di conoscenze in merito grazie alla visita degli Orti botanici delle loro città.
Silvia Assini, presidente della Rete degli Orti botanici della Lombardia afferma: “Sono fermamente convinta che dalla conoscenza e dalla conservazione delle piante, e dalle relazioni che esse instaurano con l’ambiente e con gli altri organismi viventi, deriveranno opportunità irrinunciabili per garantire un futuro al nostro pianeta”.