“RiutilizziAMO l’Italia”: un progetto di riqualificazione per riscoprire il Belpaese
Segnalare on line le aree dismesse o degradate, immaginare come riconvertirle creando ‘destinazioni d’uso green’, individuarne il riuso ambientale e sociale ed evitare così un ulteriore consumo di suolo, che ha devastato il Pianeta, riducendone lo stato di naturalità a ¼ della sua superficie, e che in Italia ha fagocitato 33 ettari al giorno negli ultimi 50 anni, ‘divorando’ biodiversità, risorse naturali, spazi per la collettività e l’economia locale: è l’appello lanciato dal WWF con la Campagna “RiutilizziAMO l’Italia” – a pochi giorni dalla Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile ‘Rio+20’ (che si terrà a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno) – per innescare un movimento culturale e sociale in grado di avviare il più grande progetto di recupero e riqualificazione del territorio italiano.
Un movimento partecipato, grazie al quale le comunità locali possano riappropriarsi del proprio territorio, ricostruire lo spazio in cui vivono, con iniziative spontanee e dal basso. Per far sì che le aree dismesse o degradate non siano più un ‘vuoto a perdere’, il WWF, grazie anche al supporto di una rete di docenti universitari ed esperti di urbanistica e tematiche relative al consumo del suolo, invita cittadini e ‘addetti ai lavori’ (architetti, urbanisti, ingegneri, designers, geologi, studenti ecc.) a inviare le proprie segnalazioni e suggerimenti fino al prossimo 31 ottobre sul sito wwf.it/riutilizziamolitalia, dove è possibile compilare l’apposita Scheda di Segnalazione con tanto di foto dell’area da ‘reinventare’.
“Con ‘Riutilizziamo l’Italia’ il WWF vuole avviare il più grande processo di recupero del territorio italiano dopo quello che ha interessato nel Dopoguerra i centri storici. Un’azione di grande valenza ambientale, sociale ed economica attraverso la quale creare nuovi posti di lavoro, riqualificare l’ambiente e il paesaggio. Un percorso partecipato che si rivolge alla comunità, agli individui e ai tecnici a cui il WWF con ‘Riutilizziamo l’Italia’ chiede di inviare ipotesi, idee e progetti”, ha dichiarato Adriano Paolella, Direttore Generale del WWF Italia e docente di ‘Tecnologia dell’Architettura’ presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria.
Oltre ai noti casi di recupero di edifici significativi per la cosiddetta archeologia industriale, anche in Italia ci sono già esempi che dimostrano come ‘ri-disegnare’ il proprio territorio sia possibile: il WWF ha individuato in 7 regioni 9 casi virtuosi di aree restituite alla natura e alla società, che da cave, discariche, paludi, siti militari o industriali sono state trasformate in oasi naturalistiche, parchi agricoli, luoghi di aggregazione, sedi per servizi sociali e l’economia locale. Un’operazione che ha permesso di recuperare quello che è solo un segmento dell’immenso patrimonio edilizio ‘inutilizzato’ in Italia, nel quale si contano oltre 700mila capannoni industriali (molti dei quali costruiti più che per una reale necessità, per beneficiare degli sgravi fiscali della legge ‘Tremonti bis’ del 2001), 5 milioni di seconde case o non abitate su un totale di 29 milioni di abitazioni (880mila uffici sfitti nella sola Milano), quasi 7mila km di linee ferroviarie obsolete (5.535 km di linee chiuse, 502 km di tratti incompiuti e 940 km di linee con tratta variata), senza contare l’inestimabile gamma di aree ed edifici del demanio militare (solo in Sardegna ammontano a 144.230 ettari per una superficie costruita di 467.600 mq).