Rifiuti organici: a Viterbo una summer school per professionisti del compost
La raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti, “umido” e scarti verdi, è in costante crescita in Italia con 4,5 Mton raccolte nel 2012, pari al 38% dei rifiuti urbani differenziati. A fronte di questa crescita si è assistito anche ad un aumento del sistema industriale di trattamento che vede attivi 252 impianti di compostaggio e 27 impianti di digestione aerobica e anaerobica.
Proprio per creare figure professionali in grado fronteggiare le nuove tecnologie necessarie per sviluppare prodotti per l’agricoltura di alta qualità ambientale, prenderà avvio il prossimo mese di giugno, a Viterbo, la Summer School sul tema “Le filiere di compostaggio di nuova generazione: prodotti e processi al servizio dell’agricoltura” con l’obiettivo di
trasferire ad un pubblico di tecnici e “decision makers” privati e pubblici, il nuovo punto di vista della
digestione aerobica della matrice organica, che miri ad una produzione di bio – fertilizzanti di alta qualità
per l’agricoltura, unita a processi sempre più “environmental friendly”. I corsi sono organizzati dal
Dipartimento DIBAF dell’Università della Tuscia di Viterbo e dal CeFAS, Azienda Speciale della Camera di
Commercio di Viterbo.
Oggi in Italia, gli impianti di trattamento dei rifiuti organici hanno prodotto 1.313.000 tonnelate di compost
utilizzato per il 70% in agricoltura in pieno campo e il rimanente 30% è venduto per trasformazioni in
prodotti per il giardinaggio e per la paesaggistica.
Il percorso didattico della Summer School è di complessive 64 ore, suddivise tra lezioni frontali e visite agli impianti, ed affronta compiutamente aspetti legislativi della disciplina rifiuti e fertilizzanti, inquadra le tipologie di impiantisca, fornendo elementi tecnici e di processo, informa sulla qualità dei prodotti ottenibile e sul loro utilizzo nelle diverse produzioni, ponendo sempre attenzione agli aspetti di sostenibilità ambientale. La docenza sarà a cura dei maggiori tra esperti e ricercatori nazionali sulla disciplina rifiuti, con particolare riferimento alla gestione, trasformazione e utilizzo della matrice organica.
“La chiusura della filiera di compostaggio e la trasformazione del rifiuto organico in un prodotto allocabile e accettato dal mercato di riferimento – spiega Andrea Vannini, del Dipartimento DIBAF dell’Università della Tuscia, responsabile scientifico della Summer School – risolve un anello debole della gestione della raccolta differenziata in Italia e rappresenta un dovere e una necessità per il raggiungimento degli obiettivi che l’Europa ha indicato per il 2020”.