Regione Tiberina: verso il modello Silicon Valley della green-soft economy
La regione Tiberina, parte dell’“Italia di mezzo” che coincide con il Bacino idrografico del Tevere, grazie all’unità storico-geografica e alla vocazione alla sostenibilità, sembra ben prestarsi alla possibile coesistenza di un “Distretto biologico (agro-alimentare)”, un “Distretto culturale” e un “Distretto tecnologico (della new-soft-green economy)”. Ipotesi e annunci in questa direzione sono stati rilasciati a margine della presentazione di mercoledì 21 novembre 2012 in Provincia di Roma, sul tema “Verso la Public Company Vivi Tiberina”.
Quanto alla prospettiva di “Distretto biologico”, è in avvio la collaborazione del Consorzio Tiberina con la Fondazione ITS – Istituto Tecnico Superiore Alta Formazione per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare di Viterbo. L’internazionalizzazione, nonché il controllo di qualità, la tracciabilità, la valorizzazione dei prodotti “Made in Italy” e il marketing sono gli aspetti peculiari dell’attività formativa, che ha carattere permanente e riconoscimento del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, così come i corsi universitari dell’Università degli Studi della Tuscia. In caso di sufficienti adesioni, potrebbe essere concordata e coordinata contemporaneamente la didattica nelle tre sedi delle due Fondazioni ITS, a Viterbo, Orte e Roma.
Fra le due ottiche sovrapponibili, del “Distretto biologico” e del “Distretto culturale”, si inserisce poi lo stretto rapporto instaurato con ANCI – Res Tipica, che nella regione Tiberina ha la maggior densità nazionale di “città d’identità”.
Il Consorzio Tiberina ha recentemente ospitato l’Assemblea del Tavolo Tecnico 228 della ISO – International Standards Organization su “Turismo e servizi correlati”, per conto dell’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, per promuovere, in tutto il mondo, un approccio improntato al turismo sostenibile, al turismo culturale, al turismo attivo e all’esperienza di viaggio in una forma che si potrebbe definire empatica verso il territorio, fatto di persone e luoghi. Con UNI il Consorzio ha stipulato un Protocollo d’Intesa per fare della Tiberina un “territorio laboratorio”.
Per quanto riguarda invece il “Distretto tecnologico”, ci si propone invece di stimolare le buone pratiche nella new-soft-green economy – anche a fini occupazionali e d’attrazione d’investimenti – favorendo la conoscenza, l’interscambio “interno” ed “esterno”, la valorizzazione dei Centri di Ricerca piccoli e grandi, la caratteristica policentrica del territorio, il conciliarsi di tradizione e innovazione. Proprio una situazione sulla carta “ideale” indurrebbe all’ottimistica ipotesi di aiutare la Tiberina a catalizzare un interesse internazionale quale sorta di “Silicon Valley” della new-soft-green economy.