Project SCALE: l’INTERPOL lancia un’iniziativa globale contro la pesca illegale
Il Programma dell’INTERPOL sui Crimini Ambientali, con il sostegno del Pew Charitable Trusts, il Ministero Norvegese degli Affari Esteri e l’Agenzia Norvegese per la Cooperazione allo Sviluppo, si fa promotore di un grande sforzo globale per contrastare la pesca illegale e i crimini associati.
L’iniziativa, denominata “Project SCALE”, è stata presentata alla 1° Conferenza internazionale sull’applicazione della normativa sulla pesca dell’INTERPOL, tenutasi presso il Segretariato Generale dell’Interpol a Lione, Francia. La pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata costa all’economia mondiale fino a 23 miliardi di dollari l’anno, secondo un importante studio pubblicato nel 2009 sulla rivista peer-reviewed PLoS One, e danneggia le comunità costiere e gli interessi dei pescatori rispettosi delle leggi, oltre l’ambiente marino. I pescatori illegali sfruttano infatti – e traggono profitto – da leggi deboli, dalla scarsa condivisione delle informazioni tra le varie giurisdizioni e dalla mancanza di mezzi di controllo e di applicazione delle norme, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.
A questo proposito è importante segnalare che l’Italia è nella lista delle 10 nazioni al mondo nelle quali nel 2011/2012 è stata praticata la pesca illegale non dichiarata e non regolamentata (INN) e nelle quali sono state applicate misure inefficaci per prevenire la cattura di specie protette. Lo ha reso il NOAA (United States National Oceanographic and Atmospheric Administration) in una relazione datata gennaio 2013 e svolta su mandato del Congresso americano.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato che inizieranno presto le consultazioni con ciascuno dei 10 Paesi: Colombia, Ecuador, Ghana, Italia, Messico, Panama, Repubblica di Corea, Spagna, Tanzania e Venezuela per incoraggiarli a intraprendere azioni per affrontare la pesca INN. Se una nazione non riesce a prendere i provvedimenti opportuni per affrontare i casi di pesca illegale descritti nella relazione, alle navi da pesca di quel Paese può essere negato l’ingresso nei porti degli Stati Uniti, nonché le importazioni di taluni pesci e prodotti ittici. C’è da dire però, come fa sapere ancora il NOAA, che l’Italia (insieme a Colombia, Ecuador, Panama, Portogallo e Venezuela) nel biennio precedente ha affrontato i casi di pesca illegale precedentemente individuati, adottando o modificando leggi e regolamenti ad hoc e sanzionando, anche con misure forti, le navi da pesca irregolari. Al nostro Paese è stata dunque assegnata una certificazione positiva per le attività fino al 2011. Questo non ha però precluso una nuova segnalazione di attività di pesca INN.
“Il Progetto SCALE rappresenta una parte importante del sistema globale proposto per fermare la criminalità nella pesca“, ha dichiarato Joshua Reichert, vice-presidente esecutivo del Pew, responsabile per l’ambiente dell’organizzazione. “La pesca illegale minaccia i legittimi interessi dei pescatori di tutto il mondo e mina la capacità della comunità internazionale di gestire correttamente la pesca così da garantire un futuro sano per questa risorsa di vitale importanza. Inoltre, gli sforzi da parte dei pescatori pirati per mantenere i loro profitti nascosti, generano una serie di altre attività illegali tra cui il riciclaggio di denaro, evasione fiscale e frode. Con la sua portata globale e la sua storia nella lotta contro la criminalità ambientale, l’Interpol è nella posizione ideale per contribuire a consegnare questi criminali alla giustizia. ”
“Il Progetto SCALE è una naturale estensione degli sforzi dell’Interpol per la salvaguardia delle specie e degli habitat attraverso l’effettiva applicazione delle normative”, ha dichiarato David Higgins, responsabile del Programma di criminalità ambientale dell’Interpol. “Con la rete dell’Interpol, le competenze e il supporto all’applicazione delle normative portato avanti dalla intelligence, contribuiremo ad uno sforzo coordinato globale più mirato alla lotta alla criminalità organizzata e transnazionale nella pesca. Il nostro obiettivo è creare un’attenzione globale su queste attività criminali, e a tal fine siamo impegnati ad assistere i nostri paesi membri e partner nei loro sforzi tesi a combattere le reti criminali che sfruttano le risorse marine naturali.”