Parte la campagna di Slow Food contro le frodi alimentari
Ne abbiamo le tasche RIpiene! È la campagna lanciata da Slow Food e da decine di osti e ristoratori italiani per dire basta agli scandali alimentari e riaffermare la vera cucina italiana. Da venerdì 1 a domenica 17 marzo nei ristoranti che hanno aderito (90 fino a oggi) si potrà assaggiare almeno un primo piatto della grande tradizione italiana delle paste ripiene, per scacciare lo spettro dei cavalli da corsa abbattuti, macellati e usati per piatti pronti prodotti a livello industriale.
“Lasagne, timballi e tortellini rappresentano l’autentica, onesta e sincera cucina di territorio, che parla di gesti antichi e valorizza il lavoro di migliaia di piccoli produttori che operano con il solo obiettivo della qualità massima”, spiega Slow Food. Sul sito dell’associazione è disponibile l’elenco dei ristoranti che hanno aderito fino a oggi, il piatto in degustazione e la ricetta che gli osti generosamente condividono con chi vuole ripeterla a casa propria.
“La vicenda della pasta ripiena contenente carne di cavallo non dichiarata in etichetta rappresenta l’ennesimo grave scandalo prodotto dal sistema iper industrializzato di produzione del cibo“, denuncia Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. “Sui media di tutta Europa sta passando l’immagine di piatti che sono patrimonio delle multinazionali, piatti che è meglio evitare perché di dubbia composizione e qualità. Invece stiamo parlando di alcuni capisaldi della cucina regionale italiana, pezzi della nostra identità e della cultura materiale del nostro Paese! Dobbiamo ritornare ai fondamentali: dire cosa è un vero tortellino, raccontare come si fa, con le mani e la passione, descriverne gli ingredienti”.
L’invito che Slow Food rivolge a tutti gli italiani per riappropriarsi del proprio modello alimentare è quello di “tornare all’origine delle proprie tradizioni gastronomiche, riprendendosi il piacere di osservare il cuoco all’opera con le paste fresche e ripiene. Dal Nord al Sud dell’Italia i cuochi intratterranno i propri commensali raccontando gli ingredienti scelti, la loro origine e il nome dei fornitori; sveleranno i segreti della ricetta e mostreranno in sala i gesti che rendono possibili queste preparazioni. Altro che la triste immagine dei preparati industriali finiti nell’occhio del ciclone”.