Il Parco del Gran Sasso lancia il progetto Fruttantica
Il territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga possiede un patrimonio agricolo e frutticolo d’inestimabile valore genetico, nel quale spesso compaiono specie ingiustamente considerate minori, perché poco conosciute e commerciali. Proprio queste ultime oggi sono al centro di una nuova iniziativa dell’Ente Parco, che nell’Anno Internazionale della Biodiversità, si pone a vantaggio della conservazione ambientale e delle future generazioni. E’ il progetto “Fruttantica”, che mira alla catalogazione, al recupero e alla reintroduzione dei fruttiferi antichi locali.
L’iniziativa si pone in continuità con il progetti “Cerere” e “Demetra”, promossi dallo stesso Ente Parco, grazie ai quali, tramite la creazione di una rete di Agricoltori Custodi, sono state reperite numerose specie di frutticole rare, antiche e a rischio di estinzione nei versanti aquilano e teramano dell’area protetta. Tramite il progetto “Fruttantica”, la ricerca verrà ora estesa a tutto il territorio protetto, alla riscoperta degli ultimi esemplari di fruttiferi antichi, risparmiati all’incuria dell’uomo e all’inclemenza della natura.
Per la realizzazione degli obiettivi del progetto è stato messo a punto un Avviso pubblico, la cui scadenza è fissata al 25 febbraio, che può essere visionato sul sito www.gransassolagapark.it e che è stato inviato agli Albi di tutti gli Enti Locali ricadenti nell’area protetta. Potranno rispondere all’avviso gli operatori agricoli, anche hobbisti, che siano in possesso di almeno un esemplare, presumibilmente appartenente a varietà antiche o locali, e che siano intenzionati a metterlo a disposizione dei tecnici dell’Ente Parco per il prelievo e la conseguente riproduzione. Possono inoltre rispondere all’Avviso coloro i quali siano disposti a realizzare nuovi impianti su una superficie minima di 1.000 mq di estensione. A tali fini, il bando prevede la corresponsione di piccoli contributi economici per la realizzazione degli impianti e delle relative recinzioni, oltre alla fornitura di quaranta alberi da frutto innestati con le varietà che saranno riscoperte nel corso del progetto stesso.
«Il progetto “Fruttantica” ha dichiarato il Commissario Straordinario del Parco, Arturo Diaconale – costituisce un’altra tappa nella missione dell’Ente di salvaguardare le colture tradizionali locali, all’interno di un progetto complessivo di tutela della biodiversità. Sono convinto che tali produzioni, come altre che il Parco ha provveduto a rilanciare, per il loro plusvalore culturale e antropologico, e per l’attenzione che i consumatori sempre più mostrano per i prodotti territoriali di qualità, potranno presto tradursi in risorsa per le comunità locali dell’area protetta».