Nuove norme Ue sui rifiuti elettronici per un migliore impiego delle risorse
Il 13 agosto sono entrate in vigore le nuove norme sulla raccolta e il trattamento dei rifiuti elettronici (ossia i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, RAEE), che rientrano tra i flussi di rifiuti dal tasso di crescita più elevato e che presentano un grande potenziale in termini di commercializzazione di materie prime secondarie. La raccolta sistematica e un corretto trattamento sono indispensabili per il riciclaggio di materiali come l’oro, l’argento, il rame e i metalli rari usati per la produzione di TV, computer portatili e telefoni cellulari. La nuova direttiva segna un chiaro progresso nella protezione dell’ambiente e favorisce un impiego più efficiente delle risorse in Europa.
Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: “In un contesto di crisi economica e di aumento dei prezzi delle materie prime, rendere più efficiente l’impiego delle risorse vuol dire coniugare i vantaggi per l’ambiente e le opportunità di crescita innovative. Ora siamo chiamati ad attivare nuovi canali di raccolta per i rifiuti elettronici e a migliorare l’efficienza di quelli già operativi. Invito gli Stati membri ad allinearsi a questi nuovi obiettivi prima del termine ultimo di attuazione.”
La direttiva introduce un obiettivo di raccolta pari al 45% delle apparecchiature elettroniche che si applicherà a partire dal 2016. In un secondo tempo, dal 2019, l’obiettivo salirà al 65% delle apparecchiature vendute, oppure all’85% dei rifiuti elettronici prodotti. Gli Stati membri potranno scegliere liberamente quale tra questi due benchmark per la misurazione degli obiettivi adottare. A partire dal 2018 l’ambito di applicazione della direttiva attualmente ristretto sarà esteso a tutte le categorie di rifiuti elettronici, previo svolgimento di una valutazione d’impatto.
La normativa fornisce agli Stati membri gli strumenti per contrastare con maggiore efficacia le esportazioni illegali di rifiuti. Le spedizioni illegali di RAEE costituiscono un problema grave, in particolare se dissimulate sotto forma di spedizioni legali di apparecchiature usate nell’intento di aggirare la normativa dell’UE sul trattamento dei rifiuti. La nuova direttiva imporrà agli esportatori di verificare il funzionamento delle apparecchiature e di documentare la natura delle spedizioni potenzialmente sospettate di essere illegali.
Un ulteriore progresso previsto è la riduzione degli oneri amministrativi grazie all’armonizzazione degli obblighi nazionali in materia di registrazione e comunicazione. I vincoli degli Stati membri legati ai registri dei produttori di rifiuti elettronici saranno ora maggiormente allineati.
Ad oggi solamente un terzo dei rifiuti elettrici ed elettronici nell’UE è oggetto di raccolta differenziata nel quadro del regime documentato. L’attuale tasso di raccolta stabilito è di 4 kg di RAEE pro capite, che corrisponde a 2 milioni di tonnellate all’anno, a fronte delle circa 10 tonnellate annue di rifiuti generate nell’Unione. Si stima che entro il 2020 il volume dei RAEE aumenterà di 12 milioni di tonnellate. L’ambizioso obiettivo finale della nuova direttiva, ossia la raccolta dell’85% della produzione complessiva di RAEE, farà sì che nel 2020 la raccolta differenziata riguarderà all’incirca 10 milioni di tonnellate di rifiuti, l’equivalente di 20 kg pro capite.