Material ConneXion: foglie e succo d’ananas, risorsa per materiali innovativi
Nota come Piña, la fibra ricavata dagli scarti della lavorazione degli ananas, ricchi di cellulosa e lignina, rappresenta, secondo la library Material ConneXion, un’alternativa originale e più ecosostenibile ai materiali tradizionali per la realizzazione di tessili, tappezzerie, tessuti industriali e abbigliamento. Si tratta infatti di una materia prima di scarto, la cui produzione non ha alcun impatto in termini di impiego di risorse idriche o di consumo di suolo.
Prima del suo ingresso nel settore moda e accessori la fibra di ananas veniva utilizzata quasi esclusivamente per cordame e altri materiali composti. In seguito, l’interesse a utilizzare tessuti ecosostenibili ha portato allo sviluppo, sempre più crescente, delle tecnologie di trasformazione di tutti quei vegetali, tra cui l’ananas, da cui è possibile ricavare fibre (cocco, canapa, loto, banano ecc.) e a un ampliamento dei settori di applicazione.
Piña è una fibra molto soffice, lucida, sottile, leggera, facile da lavare, simile alla seta e biodegradabile, che viene estratta dalle foglie della pianta tramite lavorazione meccanica. Il materiale si unisce molto bene ad altri tessuti. Per il drappeggio decorativo in ambienti interni viene utilizzato, ad esempio, un tessuto a base di seta e ananas dove le prime sono tessute a mano su un panno a maglie aperte in fibra di ananas.
Ideati per la decorazione di interni (tendaggi, drappeggi, divisori per ambienti e paralumi) tra i tessuti in fibre naturali quelli in fibra di ananas si presentano resistenti in una direzione (possono essere arrotolati) e sono comprensivi di un trattamento che li rende ritardanti alla fiamma conformemente alle normative ASTM E-84 Classe A per la propagazione della fiamma e lo sviluppo del fumo.
Negli ultimi anni la fibra ha avuto molto successo anche nel settore abbigliamento e accessori e nell’alta moda. E’noto, ad esempio, l’impegno di Carmen Hijosa nella produzione di Piñatex e il successo della womenswear designer Coralie Marabelle, che nel 2014 ha vinto il Prix du Public al Hyères International Fashion Festival presentando un jersey Umorfil® frangiato, arricciato e ricamato su un tessuto di ananas e banano realizzato da Èlodie Brunet e levigato con una conchiglia.
Oltre alle foglie anche il succo del frutto è utilizzato nella creazione di materiali innovativi ed in particolare per i tessuti bio-attivi destinati al settore medicale per il trattamento di ferite. Sono costituiti da cellulosa e prodotti con batteri coltivati in succo di ananas. Incorporano uno speciale idrogel che provvede ad inumidire le ferite acute e croniche in fase di guarigione, dare sollievo in caso di scottature ed ustioni causate dal sole e migliorare le condizioni della pelle, lasciandola liscia.