Mascherine irregolari: da un’azienda veneta il vademecum per riconoscerle
Sono decine di milioni le mascherine fasulle che girano per l’Italia. Molti sono infatti i truffatori che hanno approfittato della situazione di emergenza e del fatto che molte aziende hanno deciso di avviare procedure di importazione. Le norme, troppo spesso, non vengono rispettate e nelle ultime settimane le cronache hanno evidenziato
casi di vere e proprie truffe. Aumentano dunque i consumatori e le imprese che chiedono certezze ai propri rivenditori.
Ma come fare a verificare la qualità del prodotto?
Tra i professionisti in grado di capire se una mascherina – e specificamente le FFP2 – possa essere stata immessa in commercio irregolarmente c’è la Clariscience di Padova. L’azienda garantisce la supply chain del benessere e della salute, consentendo al settore medicale di comunicare nel modo corretto e a chi produce o distribuisce dispositivi medici e di protezione individuale di immettere i propri prodotti sul mercato nel rispetto delle normative.
Da inizio pandemia la Clariscience è stata contattata da una trentina di aziende (sia PMI che colossi della distribuzione), interessate a introdurre mascherine FFP2 sul mercato, soprattutto importandole da paesi extra UE. “Tra queste sono almeno una decina gli importatori che ci hanno chiesto supporto nel valutare, da un punto di vista documentale, i prodotti”, spiega il CEO dell’azienda veneta, Stefano Pagnutti. “Abbiamo dovuto dedicare parte delle nostre risorse a questa attività molto specifica, occupandoci di offrire servizi di natura regolatoria a fabbricanti, importatori e distributori di diverse tipologie di dispositivi”.
Clariscience analizza i documenti, mentre le analisi tecniche volte a capire se una mascherina filtri esattamente come dovrebbe sono eseguite da laboratori specializzati. Se fasulli, i documenti che accompagnano i dispositivi sono spesso preparati da esperti: in questo caso è possibile capire che si tratta di un falso solo contattando direttamente l’organismo notificato che risulta avere emesso i certificati. “Ci sono delle regole, non tutte sono semplici da capire”, spiega Pagnutti. “La presenza del marchio CE non basta, occorre sempre seguire l’intera catena documentale“. Si tratta di un’attività di verifica preliminare importante perché permette di individuare in anticipo dispositivi non accompagnati dalla adeguata documentazione evitando così la loro commercializzazione”, conclude il CEO.
Per aiutare aziende e consumatori a districarsi nella complessità delle regole e delle leggi,
Clariscience ha redatto ora una sorta di mini-vademecum messo a disposizione sul sito dell’azienda, in cui si evidenzia, ad esempio, quali informazioni devono essere obbligatoriamente riportate sulla confezione o quali database europei possano essere consultati per fare verifiche immediate sulla veridicità delle attestazioni.