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L’Università di Pisa studia Eco Pot, il vaso biodegradabile che nutre la pianta

gennaio 21, 2013 Comunicati Stampa, Prodotti, Prodotti

Biodegradabili, economicamente competitivi e capaci di nutrire anche la pianta. Saranno così i vasi del futuro, su cui stanno lavorando i ricercatori del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa. Il progetto, che durerà 18 mesi, si chiama Eco-Pot ed è stato appena finanziato dalla Regione Toscana con un contributo di circa 450mila euro. Oltre all’ateneo pisano, i partner coinvolti sono il dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale dell’Università di Perugia, l’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo del CNR, 58 aziende vivaistiche di Pistoia (tra le quali Vivai Sandro Bruschi, Vivai Piante Masetti Sabino, Romiti F.lli Mario & Marco) e la società di servizi di Coldiretti Impresa Verde Pistoia.

“Il nostro obiettivo è quello di realizzare vasi, di medie e grandi dimensioni, utilizzando materiali compositi, da noi sviluppati, costituiti da una matrice sintetica biodegradabile e materiale organico di scarto capace, una volta interrato il vaso, di nutrire la pianta durante il processo di degradazione nel terreno”, spiega Maurizia Seggiani, ricercatrice del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale.

Il progetto Eco Pot promette dunque di rivoluzionare il comparto vivaistico. Anche se non esistono dati ufficiali, si stima che in Italia questo settore consumi annualmente circa 440 milioni di vasi in polipropilene, comportando problemi e oneri di smaltimento. “Attualmente – spiegano dall’Università di Pisa - i contenitori “biodegradabili”, talvolta dichiarati tali senza alcuna indicazione della normativa europea di riferimento, presenti sul mercato hanno scarse proprietà meccaniche o costi troppo alti.”

“I primi prototipi degli eco vasi saranno pronti entro alcuni mesi dall’avvio ufficiale del progetto – conclude Maurizia Seggiani – e una volta messo a punto il processo industriale di stampaggio procederemo alla produzione di circa 10.000 vasi di varie dimensioni le cui prestazioni saranno validate in vivaio, impiegando un ampio numero di piante differenziate per varietà ed età, come previsto nel progetto”.

 

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