La viticoltura sostenibile al Wine Show
Torino, 19 ottobre 2009 – La viticoltura sostenibile, non solo come difesa dell’ambiente, ma anche come “stile” ritrovato per grandi vini nel segno della tradizione: questo il tema del Laboratorio del Gusto La terza via, curato da Slow Food in occasione di WINE SHOW (www.wineshow.it), il nuovo Salone del Vino, a Torino dal 24 al 26 ottobre (aperto al pubblico, ingresso 10 euro), evento dedicato a tutti gli eno-appassionati italiani, organizzato da Lingotto Fiere-gruppo GL events Italia.
Lo speciale Laboratorio, che si terrà sabato 24 ottobre, ore 18.30 (info e prenotazioni: tel 011/6644344-eventi@wineshow.it; 0172/458418-banca@bancadelvino.it) è un viaggio-confronto tra aziende che concentrano i loro sforzi produttivi in un approccio sostenibile alla coltivazione della vite e che, al di là degli stili e delle tecniche applicate – dalla coltivazione biologica a quella biodinamica – regalano vini di estrema qualità e forza espressiva, capaci di trasmettere le caratteristiche più importanti del territorio in cui vengono prodotti. Tra i vini protagonisti ci sono i toscani Tenuta di Valgiano e Fontodi, i siciliani di Salvo Foti, il piemontese Dogliani di Sandro Barosi, fino all’abruzzese Valentini.
La viticoltura sostenibile può essere definita una vera e propria “terza via”, in cui il sodalizio tra biologico e progresso viticolo non si fronteggiano come due estremi opposti, ma si avvicinano progressivamente. Le basi sono il buonsenso (un buon terreno in un buon clima) e l’avanguardia (conoscenze e pratiche agronomiche evolute, adatte ed ecocompatibili). L’obiettivo è l’equilibrio della misura, ossia una viticoltura che sia davvero consapevole e attuabile portandosi in dote i valori della tradizione.
Qualità e tipicità sono oggi i parametri di riferimento nella comunicazione del vino, ma essendo definibili a livello soggettivo in modo diverso, sono valori che difficilmente possono esprimersi in termini assoluti. In una prospettiva più ampia, l’aspetto che meglio definisce l’attività vitivinicola è la sostenibilità: soddisfatti i requisiti organolettici irrinunciabili (bontà e sanità), il vino deve essere remunerativo per chi lo produce e conveniente per chi lo acquista. Soprattutto deve essere il frutto di un processo produttivo agricolo e quindi perfettamente integrato nel proprio ambiente.
In questo caso l’aspetto ecologico diventa predominante ed è ovvio che, per assicurare la continuità di un agrosistema, è indispensabile garantire quella dell’ecosistema che lo circonda, altrimenti i disagi del secondo si ripercuoterebbero immediatamente sul primo. Lo stesso equilibrio deve essere salvaguardato anche a livello sociale. Generalmente chi compra il vino non lo produce: il potere di acquisto dei consumatori è legato al benessere degli altri comparti economici. È quindi limitativo affrontare il tema della sostenibilità di un preciso settore senza coinvolgere l’intera collettività, ma è pur sempre un punto di partenza e un tassello da inserire in un puzzle più grande.