L’integrazione di eolico e fotovoltaico nella rete europea al 2050
Nel 2050 l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili intermittenti (fotovoltaico ed eolico) potrebbe arrivare a coprire il 40% della domanda elettrica europea. Ma non di più, a meno di non prevedere «misure addizionali molto costose per garantire la stabilità del sistema elettrico».
È la conclusione di uno studio dal titolo “Assessment of Required Share for a Stable EU Electricity Supply until 2050” realizzato da Ecorys Nederland per conto della Direzione Energia della Commissione UE e sviluppato in collaborazione con l’Energy Research Centre of the Netherlands (ECN) e con la stessa DG Energia UE.
Lo studio, che contraddice parzialmente quanto da noi pubblicato poche settimane fa su LaStampa.it, prende in considerazione solo due tipologie di fonti: quelle intermittenti (fotovoltaico ed eolico) e quelle flessibili, cioè idroelettrico, gas e petrolio, in quanto giudicate le uniche adatte a seguire le brevi fluttuazioni del carico in rete causate dalle prime. Non sono quindi considerate tutte le altre fonti rinnovabili (geotermico, solare a concentrazione con sistemi di accumulo, biomassa eccetera), né il carbone e il nucleare, giudicate tutte idonee a garantire il “carico di base” o comunque una fornitura programmata.
Le conclusioni non sono pertanto relative alle fonti rinnovabili, perché quelle “non intermittenti” potrebbero a loro volta fornire un contributo rilevante alla domanda elettrica europea. Infatti, con il limite del 40% da fotovoltaico ed eolico, lo studio ipotizza che il contributo totale delle rinnovabili alla domanda elettrica possa raggiungere l’80% nel 2050, con una riduzione del 95% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990.
Viene invece confermato, come già aveva sottolineato a Greenews.info Marco Morosini del Politecnico di Zurigo, che la scelta del mix energetico è di natura politica, in quanto derivante dal volume di investimenti che si ritiene di poter mettere in campo per integrare le fonti intermittenti. In linea teorica, infatti, è possibile immaginare degli scenari dove il fotovoltaico e l’eolico coprano quote superiori al 40%. Ma già per raggiungere questo limite occorreranno – secondo Ecorys – investimenti infrastrutturali di 25 miliardi l’anno a livello europeo. Se si volesse raggiungere una quota del 50% gli investimenti salirebbero a 50 miliardi e addirittura a 200 miliardi l’anno per integrare in rete il 70% di fonti intermittenti.