Italia Nostra su Parco Alpi Apuane: “Bisogna tutelare un ecosistema unico al mondo”
Il Parco Regionale delle Alpi Apuane, in Toscana, è nato nel 1985 in seguito a una proposta di legge di iniziativa popolare per tutelare dagli scempi estrattivi una catena montuosa unica al mondo, impervia e affacciata sul mare, con una biodiversità eccezionale (vede la presenza del 50% delle specie vegetali riconosciute in Italia, 28 habitat di interesse comunitario, 22 habitat di eccellenza regionale, 152 specie di interesse conservazionistico alcuni dei quali endemismi), ricca di storia, con un sistema di grotte estesissimo, con singolarità paesaggistiche e geologiche uniche.
Benché dal 2012 il Parco sia divenuto anche geoparco UNESCO, la volontà popolare che ne ha consentito la nascita, secondo l’associazione ambientalista Italia Nostra, è stata sistematicamente tradita. Le Apuane sarebbero a rischio più che mai, a causa di una “voracità dell’escavazione” divenuta intollerabile e “palesemente incompatibile con la ragione stessa dell’esistenza del parco”.
Italia Nostra ha più volte segnalato come la passata gestione abbia segnato “forse il punto di maggiore sfacciataggine nell’accondiscendenza verso le attività estrattive, schierandosi apertamente per l’incremento delle attività estrattive dentro le aree protette” e trascurando la lotta alle attività illegali: nel parco, denuncia l’associazione, “è sistematicamente violata la direttiva per la tutela delle acque e l’inquinamento acustico, sono presenti rifiuti come macchinari in disuso, bidoni e altro, sono documentati frequenti sversamenti nei ravaneti ecc.”
Italia Nostra chiede dunque che la comunità del Parco (Assemblea dei Sindaci ed Enti) e la Regione non trascurino ulteriormente l’attenzione dei cittadini e delle associazioni, sempre più viva e preoccupata, e giungano alla designazione di un presidente “che non subisca le insopportabili pressioni lobbistiche degli speculatori del marmo”. “Serve un presidente – aggiungono i rappresentanti dell’associazione – che abbia in esclusiva considerazione la ragione e gli scopi di un parco naturale, che dimostri piena coscienza del patrimonio inestimabile che andrà ad amministrare e che non se ne consideri il liquidatore”.
Alla Regione, in particolare, è richiesto di essere coerente con i propri strumenti di pianificazione e programmazione, come il Piano Ambientale ed Energetico (PAER), che segnala ben 6 habitat messi a rischio nel Parco dalle cave, o i 12 Siti di Importanza Regionale (SIR), ben 11 dei quali sono anche inclusi nella rete ecologica europea Natura 2000 (il 91% di questi presenta le attività estrattive come prevalente criticità).
“Italia Nostra – conclude il comunicato dell’associazione – chiede quindi niente più che, con la nuova presidenza, si dia al Parco Regionale delle Apuane un destino e una funzione che non ne tradiscono la funzione e il senso”.