Internet delle Cose ed efficienza energetica: a braccetto verso un mercato da 600 miliardi di dollari
«L’Internet delle Cose ha dato potere di parola ai dispositivi, agli oggetti, e ha permesso di evolvere il concetto di Energy Management». E’ la sintesi di Davide Carnevale, Direttore Marketing di Acotel Net, che unisce l’idea della “quarta rivoluzione industriale” – quella dell’Internet of Things (IoT: il collegamento attraverso la Rete di oggetti di uso quotidiano che assumono così un nuovo ruolo attivo), all’ottimizzazione dei consumi energetici in termini di efficienza. «Oggi – continua Carnevale – l’Energy Management parla, trasmette, permette di rendere vive le informazioni ed effettuare un’analisi in tempo reale da piattaforma cloud di questi dati che vengono raccolti dai dispositivi che oggi, di fatto, parlano».
Un tema suggestivo, al centro della IV edizione dell’Energy Management Conference (EMC) di Soiel, che si è chiuso ieri a Milano. Come ha sottolineato anche Marcello Salvio, dell’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica-UTEE dell’ENEA, «il rapporto tra diagnosi energetica e Internet delle Cose è molto stretto: potrei dire che uno è quasi propedeutico all’altro, visto che vi è un nesso tra il mondo cloud e quello delle diagnosi energetiche. E i due aspetti avranno una connessione sempre più stretta in futuro».
L’Internet delle Cose è infatti ormai definito come “la prossima rivoluzione industriale”: un processo tecnologico rivoluzionario che renderà gli oggetti intelligenti e capaci di adattare il proprio uso ai nostri comportamenti quotidiani. La crescita dell’IoT è impressionante: se oggi il volume d’affari relativo a livello globale è stimato in 157 miliardi di dollari, nel 2021 sarà di 661 miliardi segnando una crescita annuale del 33% (secondo stime Research and Markets/Sole 24 Ore). Nel 2020 i dispositivi connessi sul pianeta saranno tra i 20 e i 30 miliardi e la crescita della loro presenza sarà del 14% annuo sino al 2025: nei prossimi anni quindi l’80% del mercato della digital economy sarà rappresentato dall’Internet of Objects, il 13% dai Connected Information Devices, il 6% dal comparto M2M (machine to machine), e infine dal segmento degli oggetti indossabili e connessi, oggi all’1% del totale, ma destinato inesorabilmente alla crescita di un +30% costante (dati McKinsey&Company/Idate/Wired).
Chi ne trarrà vantaggi? Secondo i relatori del convegno milanese sia le aziende che i consumatori, anche nel nostro Paese: per una volta, all’avanguardia mondiale in questo campo. Secondo il Ranking 2016 dell’Efficienza Energetica Mondiale, l’Italia è il paese più avanzato nel campo dell’efficienza energetica seguita da Germania e Regno Unito: al quarto e quinto posto, Francia e Giappone. E questo risultato ottenuto grazie all’Energy Management è propedeutico alla diffusione dell’IoT, come spiega Salvio dell’ENEA.