Industria del vetro: il 70% degli investimenti punta a ridurre l’impatto ambientale
Circa 20.200 occupati, un contributo alla formazione del PIL italiano di 1,4 miliardi di euro, un tasso di riciclo più del 71%, oltre 9.600 tonnellate di bottiglie e vasetti prodotte ogni giorno, investimenti medi di 89 milioni di euro l’anno, soprattutto destinati a “miglioramenti” in chiave ambientale.
La filiera italiana dei contenitori in vetro, una delle eccellenze nazionali, è stata messa sotto la lente d’ingrandimento dallo studio “Contributo dell’industria dei contenitori in vetro in Italia in termini sociali, economici ed ambientali” realizzato da Ernst& Young sui maggiori mercati europei per conto di Feve, la Federazione europea dei produttori dei contenitori in vetro, e presentato da Assovetro, l’Associazione nazionale degli Industriali del vetro aderente a Confindustria.
Ecco nel dettaglio una sintesi dei contenuti dello studio che si riferisce all’anno 2012.
Impatto sociale: 20.200 occupati, 3.400.000 tonnellate prodotte. Gli occupati totali nella filiera del vetro sono 20.200, di cui 7.100 diretti e meno del 3% a tempo determinato. Il 48% dei lavori indiretti sono imputabili agli acquisti effettuati dalle vetrerie verso i vari fornitori di beni o di servizi. Le aziende che producono contenitori in vetro presenti in Italia sono 12 e dispongono complessivamente di 27 stabilimenti produttivi distribuiti in tutta Italia, anche se c’è una maggiore concentrazione al Nord (la regione con più unità produttive è la Lombardia con 5). Nel 2012 la produzione dei contenitori in vetro è ammontata a 3.400.000 tonnellate circa, pari a 9.600 tonnellate di bottiglie e vasi prodotti ogni giorno. Il consumo apparente è stato di 3.562.000 tonnellate circa e l’immesso al consumo sul territorio nazionale è stato di 2.212.000 tonnellate: questi due dati evidenziano l’importanza delle esportazioni indirette del settore.
Impatto economico: 1,4 miliardi di euro di contributo al PIL e 70% investimenti green. La filiera dei contenitori in vetro nel suo complesso contribuisce con 1,4 miliardi di euro alla produzione del Prodotto Interno Lordo italiano. L’industria, da parte sua, crea più di 700 milioni di euro di valore aggiunto, cui si deve sommare quasi la stessa cifra (705 milioni) derivante dall’intera filiera (supply chain). Per quanto riguarda le esportazioni, i contenitori in vetro seguono il flusso ed i volumi dei prodotti che contengono, soprattutto cibi e bevande. Nel 2012, infatti, la bilancia commerciale dei prodotti imballati in vetro è stata positiva, raggiungendo la cifra di oltre 5 miliardi di euro. Sul fronte degli investimenti, l’industria ha impiegato negli ultimi 10 anni una media di 89 milioni di euro l’anno, il 70% di questi investimenti è servito a migliorare gli impianti in un’ottica green, soprattutto per installare dispositivi in grado di ridurre in maniera sensibile le emissioni e per favorire l’efficienza energetica.
Impatto ambientale: tasso di riciclo del 71% e produzione a km quasi zero. Nel 2012 il tasso riciclo è stato pari al 71% (la media europea è stata del 70%) e sono state raccolte sul territorio nazionale 1.673.000 tonnellate di vetro da avviare al riciclo, una quantità questa che posiziona l’Italia al terzo posto dopo Germania e Francia. L’Italia è anche al di sopra della media europea per quanto riguarda il rottame utilizzato in bottiglie e vasetti, con una media del 59% rispetto al 52% di quella europea. L’industria dei contenitori in vetro è poi a Km quasi 0, grazie ad una distribuzione omogenea sul territorio degli stabilimenti produttivi, unita ad una produzione destinata quasi totalmente (88%) al mercato nazionale e alla vicinanza degli stabilimenti ai loro clienti (il 47% è nel raggio di 300 chilometri). Anche le materie prime devono fare poca strada per raggiungere gli stabilimenti, l 81%, infatti, sono prodotte localmente.