Inchiesta Altroconsumo: 2/3 dei prodotti acquistati online sui principali e-commerce non è sicuro
Sono risultati impressionanti quelli dell’inchiesta condotta da Altroconsumo insieme ad altre organizzazioni di consumatori europee e pubblicati sul numero di marzo della propria rivista: la maggior parte dei prodotti per bambini, ma anche cosmetici, gioielli, dispositivi elettronici e abbigliamento acquistabili sulle principali piattaforme di e-commerce non è sicuro per la salute e/o non a norma di legge.
L’analisi ha interessato 250 prodotti acquistabili sui principali siti di ecommerce: Aliexpress, Amazon, eBay, LightInTheBox e Wish. Complessivamente due acquisti su tre (il 66%) sono risultati non conformi alla normativa europea, con rischi per la salute e per la sicurezza di chi li utilizza. L’Organizzazione di consumatori ha quindi condiviso i risultati dell’indagine con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero della Salute e inviato loro una segnalazione formale per chiedere un intervento volto ad accertare quanto è emerso affinché vengano presi provvedimenti per la tutela e la corretta informazione dei consumatori.
Tra gennaio 2019 e gennaio 2020 sono stati ordinati, esaminati e poi testati in laboratorio 250 prodotti afferenti a 18 diverse categorie, tra cui giocattoli per bambini, rilevatori di CO (monossido di carbonio) e di fumo, abbigliamento per bambini, make-up e carica batterie USB.
Ecco alcuni dei risultati: su 12 carica batterie USB, 12 powerbank e 12 adattatori da viaggio, ben 26 prodotti su 36 sono pericolosi, possono dare la scossa o causare incendi. In 9 giocattoli per bambini su 29 (31%) sono state trovate quantità illegali di ftalati (fino a 200 volte il limite legale). Bocciati anche il 91% dei trucchi per bambini e l’88% dei capi d’abbigliamento testati, che non rispettavano gli standard europei, con possibili rischi per la salute e l’incolumità dei piccoli.
Tra i prodotti testati, alcune categorie sono state bocciate nella totalità dei casi: stiamo parlando nello specifico di palloncini, kit per sbiancare i denti, rilevatori di fumo e monossido di carbonio e caschi per la sicurezza.
Ma come è possibile tutto questo? Innanzitutto va detto che le piattaforme di e-commerce, ponendosi nella posizione di semplici intermediari, sfruttano spesso una scappatoia legale che li esonera da qualsiasi responsabilità – in capo solo al fornitore originale – per quanto riguarda la sicurezza dei prodotti che vendono. Anche se sono tenute, a livello normativo, a rimuovere “rapidamente” i prodotti non sicuri dai loro cataloghi, quando ne sono informati, la legge resta tuttavia ambigua visto che non vi è alcun limite di tempo specificato per la rimozione.
“Sono ancora troppe le persone che acquistano dalle maggiori piattaforme di e-commerce pensando che la comodità ed efficienza del servizio sia associato anche ad una garanzia di qualità dei prodotti offerti, purtroppo non è così, i dati ce lo dimostrano – dichiara Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo – L’attuale quadro normativo non è in grado di dare la giusta tutela, in termini di sicurezza, ai consumatori: da un lato, le piattaforme non riescono a impedire la vendita di prodotti non sicuri e a rimuoverli tempestivamente quando sono già in vendita, dall’altro, le autorità non riescono a garantire una sorveglianza adeguata e un’applicazione efficace delle norme. Come Altroconsumo, vogliamo accendere i riflettori sul tema e chiediamo alle istituzioni che ci sia una presa di responsabilità concreta e congiunta da parte di tutti gli attori coinvolti. Auspichiamo di essere partner di questo processo per arrivare ad uno scenario in cui ci sia la maggiore tutela possibile dei consumatori”.