In ricordo di Bhopal. Parte dal Brasile la Giornata internazionale contro i pesticidi
Le elezioni in Brasile sono ormai passate e il Congresso Nazionale uscito non avrebbe potuto essere peggiore, fanno notare dal Comitato Amigos Sem Terra Italia: più della metà dei suoi membri, ha detto di identificarsi con la cosiddetta Bancada Ruralista, cioè “il partito dell’agrobusiness”. Oltre a sfidare i diritti degli indigeni e dei quilombos (minoranza brasiliana discendente da schiavi neri), questo gruppo bipartisan è responsabile dell’approvazione di leggi che facilitano l’uso di ancor più pesticidi.
Oggi 3 dicembre, data in cui si celebra la Giornata Internazionale del Non Uso di Pesticidi, la Campagna permanente contro i pesticidi e per la vita chiama i cittadini brasiliani a unirsi per chiedere cibo senza veleno. Per questo motivo, spiegano gli organizzatori, è fondamentale che il Congresso difenda la salute della popolazione e l’agricoltura famigliare , responsabile della produzione del 70% del cibo che arriva sui tavoli delle famiglie.
Inoltre, la campagna sostiene anche la fine della pratica di irrorazione aerea usata dall’agrobusiness, e le riforme politiche al fine di ridurre il peso degli interessi economici e attivare una più ampia rappresentanza alla Camera e al Senato. L’agrobusiness difende infatti gli interessi di neanche l’1% dei proprietari terrieri in Brasile, che dominano il 44% delle aree coltivabili del paese.
Conferenze pubbliche, volantinaggi, “Fiere degli avvelenati“. La manifestazione brasiliana utilizzerà tutti gli strumenti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. L’idea principale della campagna è quello di segnare la data nazionale e andare nelle strade per dimostrare che la lotta contro i pesticidi si collega alle idee di riforma politica e di partecipazione popolare. Diverse attività sono già confermate a Porto Alegre, Rio de Janeiro e Cuiabá.
Ma perché proprio il 3 dicembre? Perché quel giorno del 1984, a Bhopal, in India, nelle prime ore del mattino, in una zona densamente popolata, da 27 a 40 tonnellate di gas tossici isocianato di metile e idrocienato (sostanze chimiche utilizzate per la preparazione di un insetticida della Union Carbide Corporación), fuoriuscirono e si diffusero nella città, perché i sei sistemi di sicurezza non funzionarono. 30.000 persone, 8.000 nei primi tre giorni, morirono a causa dell’incidente e, ancora oggi, le stime indicano che 150.000 soffrono di malattie degenerative croniche causate da esposizione al gas letale.
Nonostante questa tragedia la Union Carbide, poi acquisita dalla Dow Chemical (oggi uno dei sei giganti del “mercato dei veleni e dei semi transgenici”, che nel 2012 ha registrato un fatturato pari a 60 miliardi di dollari), si rifiuta ancora di fornire informazioni dettagliate sulla natura dei contaminanti, rendendo difficile un trattamento medico adeguato da dare agli individui esposti. La regione non è mai stata decontaminata e rappresenta ancora un pericolo per la popolazione. Il disastro chimico è considerato il peggiore della storia e la data è stata pertanto fissata dalla Pesticide Action Network (PAN) come il giorno internazionale di non-uso di pesticidi.