I RAEE nell’economia circolare. I risultati dello studio IEFE Bocconi per Remedia
Un incremento dell’immesso al consumo dei prodotti pari a circa 1.330.000 tonnellate (rispetto alle 875.000 tonnellate di AEE – apparecchiature elettriche ed elettroniche – domestiche e professionali immesse nel sistema attuale) oltre a un aumento del numero di produttori coinvolti nel sistema RAEE, tra i 6.000 e i 9.000 in più (rispetto agli attuali 6.000/7.000 mila): sono questi i primi dati salienti – legati all’entrata in vigore della Nuova Direttiva Europea sull’Economia Circolare e al passaggio all’ambito di applicazione “open scope” – secondo le stime dello studio “Industria elettronica: prepararsi al cambiamento per cogliere nuove opportunità di crescita”, presentato lunedì 16 ottobre a Milano.
Lo studio, promosso da Remedia – il principale Sistema Collettivo italiano no-profit per la gestione eco-sostenibile dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), rifiuti da impianti fotovoltaici, pile e accumulatori – è stato condotto dall’Istituto IEFE dell’Università Bocconi.
Non solo immesso al consumo e produttori in crescita. In base alle stime della ricerca, l’evoluzione del sistema di gestione dei RAEE in ottica di un’economia circolare avrà un impatto ambientale e sociale non indifferente. Tre macro-dati sono sufficienti per comprendere la portata di questo cambiamento: il risparmio nell’acquisto di materie prime, grazie al recupero dei materiali contenuti nei RAEE (nel 2015 era pari a 110-120 milioni di euro, ma potrebbe aumentare a circa 340-390 milioni tra il 2025 e il 2030, se i target fossero raggiunti); l’impatto occupazionale, legato alle operazioni di trattamento e riciclo dei RAEE “nuovi”, che potrebbe arrivare a 13-15 mila posti di lavoro tra il 2025 e il 2030; le emissioni di gas climalteranti risparmiate, grazie alla corretta gestione dei RAEE (nel 2015 hanno superato 1.100.000 di tonnellate equivalenti di CO2, ma potrebbero arrivare a 2,2-2,5 milioni all’anno tra il 2025 e il 2030); il valore economico generato, legato alle emissioni risparmiate, che rientrerebbe tra gli 85-100 milioni di euro all’anno.
Nello specifico, il passaggio al cosiddetto “open scope”, ossia l’ambito di applicazione aperto all’interno del quale rientreranno tutte quelle apparecchiature elettriche ed elettroniche per le quali non è prevista oggi una esplicita esclusione, metterà i produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di fronte a una serie di sfide e opportunità che Consorzio Remedia – per primo in Italia – ha scelto di analizzare, aprendo un confronto con gli interlocutori più rappresentativi del settore.
Ma quanto vale oggi l’attività svolta dai sistemi collettivi dei produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche? Solo nel 2016, parliamo di circa 283.000 tonnellate di RAEE avviati agli impianti di trattamento, in aumento del 13,5% rispetto all’anno precedente. Numeri importanti – pari a circa il 40% dell’immesso al consumo – che non bastano, tuttavia, a raggiungere i nuovi target comunitari, che impongono il raggiungimento del 45% dell’immesso al consumo nel triennio 2016-2018, che salirà al 65% o, in alternativa, all’85% dei RAEE generati a partire dal 2019. Questi target dovranno essere armonizzati con i contenuti della nuova Direttiva Europea sull’Economia Circolare, attualmente in fase di definizione. Inoltre questa Direttiva amplierà il concetto di “Responsabilità Estesa del Produttore” (EPR) e definirà il nuovo ambito di applicazione per il sistema RAEE in Italia.
“I numeri presentati dal rapporto di Remedia mettono in luce come la gestione dei RAEE in Italia abbia già intrapreso una transizione verso un’economia circolare” – ha dichiarato Simona Bonafé, Relatrice della Direttiva sull’Economia Circolare del Parlamento Europeo – “Faremmo però un errore se considerassimo l’economia circolare solo una politica ambientale. I dati presentati ci fanno capire che è molto di più. E’ l’impostazione di un nuovo modello economico, di una nuova strategia europea industriale sostenibile che produce posti di lavoro di qualità, aumento di PIL e rafforza la competitività delle nostre imprese”.
“Il settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche sarà interessato nei prossimi anni da importanti novità normative che spingono verso obiettivi crescenti di riciclo in una logica di circular economy” – ha commentato Edoardo Croci, Coordinatore GEO – Green Economy Observatory IEFE Università Bocconi – “Si tratta anche di un’opportunità di innovazione tecnologica e gestionale per tutti gli operatori della filiera in modo da raggiungere il target europeo di 65% di riciclo. Lo studio IEFE Bocconi individua tre possibili scenari evolutivi che dipendono dai comportamenti dei cittadini, degli operatori e soprattutto dalle politiche pubbliche nazionali che rappresentano la condizione per il rispetto dell’obiettivo. Il sistema consortile ha la capacità di affrontare le nuove sfide in un quadro di chiarezza normativa, controlli efficaci e competizione regolata”.
“Secondo le analisi effettuate da IEFE Bocconi per lo studio commissionato da Remedia, nel 2020 l’immesso al consumo di Apparecchiature Elettriche e Elettroniche è destinato a superare 1,3 milioni di tonnellate, con una crescita del 50% rispetto ai volumi attuali” – ha concluso Danilo Bonato, Direttore Generale di Remedia – “Grazie a questo sviluppo, il settore del riciclo dei RAEE, da qui al 2030, potrebbe creare un numero di posti di lavoro compreso tra 13.000 e 15.000 unità, a patto che si raggiungano i target Europei di raccolta e riciclo. Di fondamentale importanza anche il valore economico associato alle emissioni risparmiate al 2030, quantificabile tra gli 85 e i 100 milioni di euro all’anno”.