Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare: ogni famiglia butta via 85 kg. di cibo all’anno
Il 2018 sarà l’anno zero per le rilevazioni sullo spreco del cibo in Italia: perché per la prima volta arrivano i dati reali sullo spreco alimentare nelle nostre case, integrati da rilevazioni nella grande distribuzione e nelle mense scolastiche. Gli innovativi monitoraggi, su campione statistico di 400 famiglie di tutta Italia e su campioni significativi di scuole, iper e supermercati italiani sono stati realizzati dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente con l’Università di Bologna e il partenariato dell’Università della Tuscia, del Politecnico di Milano e dell’Università di Udine.
Nell’ambito della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e in occasione della V Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare – in agenda oggi, 5 febbraio 2018 – i dati sono stati presentati, nei giorni scorsi, al MAXXI di Roma al Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Barbara Degani dai promotori dell’iniziativa: il Prof. Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero e Luca Falasconi, coordinatore del progetto Reduce/60 SeiZERO.
Ogni giorno fra ciò che rimane nel piatto nel frigo e nella dispensa di casa gli italiani gettano 100 grammi di cibo: una quota che moltiplicata per 365 giorni all’anno ci porta a 36,92 kg di alimenti, per un costo di 250 € all’anno. Lo hanno rilevato i “Diari di Famiglia dello Spreco”, eseguiti con scrupolosa annotazione quali-quantitativa da parte di 400 famiglie di tutta Italia: per una settimana, sotto il coordinamento di Claudia Giordano ricercatrice dell’Università di Bologna, hanno preso nota del cibo gettato, della tipologia e delle cause che hanno determinato lo spreco. Reduce ha accertato che ogni famiglia getta 84,9 kg di cibo nel corso dell’anno: a livello nazionale significa sprecare circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo in un anno, per un costo di 8,5 miliardi €. circa lo 0,6% del PIL.
La famiglia media spreca circa 1,5 kg di cibo ogni settimana e il pasto incriminato e’ la cena, quando si spreca in media 1 volta e ½ piu’ che a pranzo. Guida l’infausta ‘hit’ dei cibi gettati la verdura, che ciascuno di noi sperpera ogni giorno, in media, per quasi 20 g, pari al 25,6% dello spreco totale giornaliero (in un anno significa sprecare 7,1 kg di verdure). Subito dopo il latte e latticini con 13,16 g al giorno pari al 17,6% dello spreco totale giornaliero, per 4,8 kg all’anno. A seguire la frutta (12,24 g) e i prodotti da forno (8,8 g). Le cause? Aver raggiunto o superata la data di scadenza o essere andato a male nel 46% dei casi, e aver gettato il cibo che non era piaciuto (26%).
Rilevazioni importanti anche dal monitoraggio sulla grande distribuzione avviato dal progetto Reduce con il coordinamento di Silvio Franco e Clara Cicatiello del DEIM dell’Università della Tuscia. Pesa 9,5 kg/anno per mq di superficie di vendita lo spreco negli ipermercati e 18,8 kg/anno per mq nei supermercati. Tradotto per ogni cittadino italiano significa una produzione di spreco di 2,89 kg/anno pro capite, vale a dire 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile a scopo alimentazione umana. In termini economici, l’incidenza dello spreco alimentare sul fatturato dei punti vendita è sotto l’1% per gli ipermercati, e di circa 1,4% per i supermercati. Le rilevazioni hanno preso in esame 16 punti vendita, di cui 3 ipermercati (oltre 2.500 mq.) e 13 supermercati (da 600 a 2.500 mq.).
Ma si spreca anche nelle mense scolastiche: lo studio pilota di Reduce, sotto il coordinamento di Matteo Boschini ricercatore dell’Università di Bologna, ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria, 35 dei quali in Emilia-Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli-Venezia Giulia. Hanno partecipato 11.518 soggetti fra studenti e personale scolastico, per un totale di 109.656 pasti monitorati. I dati evidenziano che quasi 1/3 del pasto viene gettato, il 29,5%: si tratta di 120 grammi di cibo per ogni studente a fronte di pasti che offrono circa 534 grammi di cibo pro capite. Lo spreco è ripartito fra avanzi dei piatti (16,7%), cibo intatto lasciato nella mensa (5,4%) e cibo intatto portato in classe (pane e frutta, 7,4%). Il cibo meno gradito agli studenti è la frutta, in testa al gradimento dei bambini il ‘secondo’ piatto.
«Quello della lotta allo spreco è un caso che porto come fiore all’occhiello del mio mandato al Ministero dell’Ambiente – ha dichiarato il Sottosegretario Barbara Degani – Abbiamo iniziato con Expo ad occuparcene e la sinergia tra Reduce e il Premio “Vivere a Spreco Zero” ha prodotto ottimi risultati. Le stime del 2015 evidenziavano come si sprecassero 63 Kg di cibo a testa. I dati emersi dal progetto Reduce indicano come vi sia un calo dello spreco a livello domestico e le indagini fatte con i “Diari di famiglia” ci hanno dimostrato come lo spreco si sia attestato oggi sui 37 kg pro capite. Questo sta a dimostrare che una corretta campagna di sensibilizzazione concertata tra Istituzioni, come Ministero Parlamento e Università, possa produrre grandi risultati».
«Vent’anni fa – ha osservato l’agroeconomista Andrea Segrè – da uno studio della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna nasceva Last Minute Market, emblema del recupero del cibo e della prevenzione dello spreco alimentare, ispirato all’iniziativa di recupero di ortofrutta a fini solidali attiva al Centro AgroAlimentare di Bologna sin dal 1981: quasi 40 anni fa! Dal 2010 la campagna e il movimento Spreco Zero diventavano sinonimo di un orizzonte più sostenibile in Italia e in Europa. Oggi i primi test sullo spreco reale e non stimato dimostrano che la sensibilizzazione si ‘tocca’ con mano: lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2016. Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 kg di cibo all’anno contro il doppio circa del dato precedente, con un risparmio di 110 € in 365 giorni. Adesso è il momento di rilanciare su due proposte chiave: l’inserimento dell’educazione alimentare come materia di studio dalle scuole Primarie, e la richiesta di una normativa comune europea da promuovere anche attraverso l’Anno europeo dedicato alla prevenzione dello spreco alimentare».
«Per la prima volta – ha aggiunto il curatore del progetto Reduce Luca Falasconi – siamo riusciti a tracciare la fotografia reale del rapporto che gli italiani hanno con il cibo. Emerge quanto potere possa esercitare ciascun consumatore nella prevenzione dello spreco alimentare: sia quando acquistiamo che quando prepariamo e consumiamo il cibo a casa o in mensa. E’ incredibile ma vero: non è necessario compiere rinunce per dare il proprio contributo. Dobbiamo solo accrescere la nostra familiarità rispetto al cibo: conoscerlo meglio ci insegna a non sprecare e a nutrirci in modo più sano e rispettoso dell’ambiente nel quale viviamo».
La V Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare ha intrecciato arte e sensibilizzazione, quest’anno: al MAXXI hanno fatto il loro debutto in anteprima due progetti promossi da Reduce/60 SeiZERO e campagna Spreco Zero che saranno circuitati in tutta Italia nel corso dell’anno. La mostra “Primo non sprecare, secondo Altan. Lo spreco formato vignetta” è un percorso espositivo con 10 tavole ideate dal geniale cartoonist. Il tratto inconfondibile e la fulminea ironia di Altan hanno immortalato le sirene delle offerte 2×3, la bulimia da acquisto al supermercato e altri momenti di ordinaria quotidianità sprecona dei consumatori italiani. Contesti nei quali è facile riconoscersi e specchiarsi mettendo a fuoco le piccole abitudini e disattenzioni che ci portano ad accumulare il cibo che non riusciremo a consumare.
La mostra sarà allestita dal 5 all’8 febbraio nella sede ENPAM di Piazza Vittorio a Roma, visitabile con ingresso libero dalle 10 alle 17. E dopo l’anteprima del MAXXI sarà in scena in nuove location in Italia anche la video installazione “Centogrammi” del videoartista Paolo Scoppola. L’opera agisce su alcuni concetti chiave, quello dell’equilibrio, innanzitutto: comprare cibo nella “giusta” quantità è il valore da perseguire. L’abbondanza e l’eccesso possono presto trasformarsi in spreco.