Gestione del suolo: un software per mostrare gli scenari alternativi alla cementificazione
Ha preso il via in questi giorni Soil Administration Models 4 Community Profit (SAM4CP), progetto finanziato dal programma europeo LIFE+ il cui compito, nei prossimi quattro anni di attività, sarà quello di rendere disponibili ad amministratori e cittadini le simulazioni di scenari attesi e scenari alternativi al consumo di suolo. Grazie a un software, la Provincia di Torino (capofila del progetto), l’ISPRA, l’INEA e il Politecnico di Torino, saranno in grado di valutare gli effetti degli interventi di trasformazione urbana, proponendo altre strade in grado di valorizzare il contributo dei servizi ecosistemici. L’azione si concentra sull’influenza delle trasformazioni del territorio sulle risorse ambientali, al fine di migliorare la capacità delle amministrazioni locali di tenere conto degli effetti delle scelte di pianificazione, di avere un quadro degli effetti ambientali del consumo di suolo e di aumentare la consapevolezza dei vantaggi associati alla tutela del suolo e delle sue funzioni.
Come sottolineato dalle “Guidelines on best practice to limit, mitigate or compensate soil sealing” del gruppo di lavoro della Commissione Europea, il suolo fornisce una grande varietà di funzioni e servizi ecosistemici: svolge la funzione di “buffer”, filtro e reagente, consentendo la trasformazione dei soluti che vi passano e regolando i cicli nutrizionali indispensabili per la vegetazione; è coinvolto nel ciclo dell’acqua; funge da piattaforma e da supporto per i processi e gli elementi naturali e artificiali; contribuisce alla resilienza dei sistemi socio-ecologici; fornisce importanti materie prime e ha, inoltre, una funzione culturale e storica. Nonostante ciò, è troppo spesso percepito solo come supporto alla produzione agricola e come base fisica sulla quale sviluppare le attività umane, senza tenere in debita considerazione la complessità delle sue funzioni, sempre più spesso limitate da un consumo eccessivo del suolo e dalla conseguente perdita di superficie originariamente agricola o naturale e dall’incremento della copertura artificiale di terreno.
Questo innovativo approccio alla pianificazione urbana rappresenta una valida risposta alla sempre più vasta e diffusa impermeabilizzazione del suolo, causa principale della perdita di biodiversità e della distruzione dei paesaggi rurali e naturali. Nelle aree urbane, inoltre, il clima diventa più caldo e secco a causa della minore traspirazione vegetale ed evaporazione e delle più ampie superfici con un alto coefficiente di rifrazione del calore. Soprattutto in climi aridi come quello mediterraneo, la perdita di copertura vegetale e la diminuzione dell’evapo-traspirazione, in sinergia con il calore prodotto dal condizionamento dell’aria e dal traffico e con l’assorbimento di energia solare da parte di superfici scure in asfalto o calcestruzzo, contribuiscono ai cambiamenti climatici locali, causando l’effetto “isola di calore”.