“Foreste a rotoli”. La nuova guida di Greenpeace
Perché mandare a rotoli le foreste per un fazzoletto di carta? E perché “scaricarle” nel wc di casa, sotto forma di carta igienica? Se lo è chiesto Greenpeace con la campagna “Deforestazione zero”.
Partiamo dalle foreste tropicali. Quelle indonesiane, ad esempio, che occupano un’area di circa 22,5 milioni di ettari: preziose nella lotta al cambiamento climatico, ma oggi seriamente in pericolo e oggetto di un abbattimento che ha conseguenze devastanti sulla biodiversità. “Purtroppo”, spiega Chiara Campione, responsabile della campagna per Greenpeace Italia, “i processi di deforestazione in Indonesia, sembrano inarrestabili”: qui, multinazionali senza troppi scrupoli distruggono e convertono queste foreste in piantagioni industriali per la produzione di olio di palma e polpa di cellulosa (da cui si ricavano carta igienica, cioccolata e prodotti di bellezza).
Nel mirino l’Italia, che risulta essere tra i principali clienti europei delle multinazionali operanti in Indonesia, ma anche grandi marchi internazionali come Carrefour e Auchan in Francia, Walmart negli Stati Uniti, Tesco nel Regno Unito. Al contrario, spiega Campione, altre multinazionali come Kraft, Nestlè, Procter & Gamble e Unilever (in passato oggetto di pesanti attacchi delle associazioni ambientaliste) stanno implementando politiche di acquisto sostenibili per i prodotti cartacei che porteranno all’esclusione delle fibre provenienti da fornitori come la discussa APP – Asia Pulp & Paper.
Da tempo Greenpeace (insieme ad altre organizzazioni come Wwf e Friends of the hearth) denuncia con forza la distruzione delle foreste. Ma negli ultimi tempi, visto l’aggravarsi della situazione, ha deciso di fare di più: ha scritto alle cartiere, agli editori, a tutte le aziende partecipanti alla filiera della carta per ricevere garanzie sul tipo di carta utilizzata, sulle qualità delle fibre e sul processo di sbianca.
L’organizzazione ha valutato, così, in tutto una trentina di aziende e oltre 200 prodotti e indicato come “amici delle foreste” quelli che utilizzano percentuali di fibra riciclata o certificata FSC e sbiancata senza l’utilizzo di composti a base di cloro.
“Se è carta riciclata al 100 per cento”, spiega la rappresentante di Greenpeace, “allora siamo sicuri che per quel prodotto nessun albero è stato tagliato”: e questa sarebbe la soluzione ideale, che percorrono in pochi. L’alternativa, prosegue Chiara Campioni “è che il prodotto abbia la certificazione FSC (Forest Stewardship Council)”, a garanzia che tutte le fibre utilizzate provengano da foreste gestite secondo rigidi criteri di sostenibilità ambientale e sociale.
Dalle risposte ai questionari inviati da Greenpeace, è venuta fuori una guida, “Foreste a rotoli”, che raccoglie tutte le informazioni dalle etichette dei prodotti: una sorta di vademecum verde, di facile consultazione e stampabile in formato tascabile, in cui i consumatori – prima di fare la spesa – potranno verificare se quella marca di carta igienica, fazzoletti, tovaglioli e rotoloni rispetti o meno gli standard di “deforestazione zero”.
Prima in tutte le classifiche, risulta essere la linea “Coop vivi verde”, mentre, in ottima posizione, per quanto riguarda l’utilizzo di fibre per la carta igienica, è anche la linea di Carrefour “Ecoplanet”, certificata TCF, accanto alla Esselunga ricilata Ecolabel: tutte e tre i marchi conquistano la fascia “verde brillante”.
“La guida è stata lanciata una settimana fa e già trentamila persone l’hanno scaricata dal sito”, sottolinea Chiara che aggiunge: “Agli ultimi posti, in fascia nera, abbiamo inserito le aziende che si sono rifiutate di rispondere ai questionari: per loro, abbiamo presunto che la percentuale di fibre riciclate e/o certificate fosse pari a zero”.
Purtroppo, conclude Campione passando al caso dell’editoria, “la disponibilità di carta riciclata o certificata FSC per la produzione di libri è al momento limitata, ma questo quadro potrebbe rapidamente cambiare se l’editoria iniziasse a richiedere, per i propri libri, carta di provenienza legale e derivata da buona gestione forestale”.
E per impressionare ancora di più i consumatori “sprovveduti”, Greenpeace ha lanciato anche “Deforestation nightmare” – “Incubo deforestazione” – un video dalle atmosfere hitchcockiane, con una testimonial d’eccezione, l’attrice di cinema e teatro, Barbara Tabita, protagonista della quarta edizione della famosa serie tv “I Cesaroni“: Barbara non può soffiare il naso, asciugare il tavolo bagnato oppure entrare in bagno e usare la carta igienica, senza sentire in sottofondo, l’inquietante rumore di una motosega, o il tonfo di un albero secolare. Un vero incubo! Da cui, per fortuna, si sveglia. Con in mano la guida Greenpeace. Ora sì che è più consapevole di prima. E sorridente.
Ilaria Donatio