Fiper e il mistero dei prezzi dei Titoli di Efficienza Energetica. Un’analisi per capire i rialzi anomali
Fiper, la Federazione dei Produttori da Energia Rinnovabile, ha presentato ai propri associati la ricerca “Analisi sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE)” allo scopo di fare chiarezza sull’andamento a dir poco anomalo sul mercato dell’energia proprio dei TEE. Nel corso del 2016, infatti, si sono registrati scambi a prezzi particolarmente alti rispetto alla media storica, sino al valore medio riscontrato nella sessione del 22 novembre 2016, superiore di circa il 58% rispetto a quello dell’ultima sessione di ottobre.
Walter Righini Presidente Fiper introduce così lo studio: “Stiamo assistendo in questo ultimo periodo ad un andamento del mercato dei Titoli di Efficienza Energetica – TEE sempre più incomprensibile con prezzi mai raggiunti e nemmeno ipotizzabili sino a poco tempo fa. La nostra analisi vuole fornire un contributo ulteriore per chiarire l’attuale situazione. Sia il MISE che l’AEEGSI hanno avviato loro indagini conoscitive volte a meglio comprendere e analizzare il problema e ci auguriamo di conoscerne i rispettivi risultati entro breve tempo visto che lo stesso GSE ha definito che: “aumenti repentini e concentrati (dei prezzi) non trovano giustificazione nei fondamentali e vanno quindi attributi a comportamenti non strutturali, cioè contingenti, spesso opportunistici, talvolta speculativi”.
Lo studio si fonda, da un lato, sulla analisi dell’andamento del mercato a partire dai dati del Gestore del Mercato Energetico – GME, del Gestore dei Servizi Energetici – GSE, dall’altro sulle evidenze del benchmark condotte tra alcuni operatori.
Secondo l’analisi FIPER la spiegazione più plausibile del rialzo dei prezzi sembrerebbe essere legata al problema del bilanciamento tra domanda e offerta dei TEE. Si evidenzia una tendenza di carenza di offerta, tipica di un mercato corto in cui si verifica la scarsità del “bene”.
Se è vero infatti che, come dichiarato dal GSE, considerando i TEE ancora disponibili sul conto titoli degli operatori e le compensazioni degli obblighi passati non sembrerebbero esserci problemi nel soddisfare la quota minima dell’obbligo per il 2016, appare evidente come il numero dei TEE non sia sufficiente per rispettare il 100% dell’obbligo. In aggiunta si rileva come la crescita degli obblighi sia superiore alla crescita delle emissioni di titoli e di come questo sembri essere lo scenario più probabile anche per il futuro.
Sembrerebbe poco plausibile come spiegazione del rialzo la responsabilità dei “soggetti obbligati” considerando come la maggior parte degli stessi a maggio 2016 avesse ancora necessità di TEE per raggiungere il minimo obiettivo e non incorrere in sanzioni (fonte: ultimo rapporto sullo stato dei servizi- AEEGSI) e lasciando scarsi margini per manovre speculative. Anche la tesi secondo cui i responsabili del rialzo sarebbero le speculazioni effettuate da soggetti non obbligati, in particolare trader, sembrerebbe poco plausibile considerate le dimensioni e i volumi di titoli scambiati da questi soggetti che sono trascurabili rispetto ai volumi scambiati dai grossi soggetti obbligati.
I risultati dello studio FIPER evidenziano che lo scenario più verosimile per l’andamento futuro del mercato dei TEE appare quello di un mercato corto e di un’aspettativa di generale incertezza da parte degli operatori legata alle criticità che attualmente caratterizzano il loro mercato: discrezionalità e incertezza normativa congiunte a un’asimmetria informativa tra i soggetti coinvolti.
Lo studio conclude che, per far fronte a un inasprimento del mercato corto con ulteriore rialzo dei prezzi dei TEE, la ricetta auspicabile sarebbe intervenire tempestivamente per riequilibrare il mercato o attraverso un incremento dell’offerta dei TEE o riducendo gli obblighi per i soggetti obbligati.