Fino al 6 aprile il “Mese della mobilità dolce”, alla riscoperta delle ferrovie dimenticate
Archiviata con successo la IX Giornata Nazionale delle Ferrovie NON Dimenticate di domenica 6 marzo, si è aperto il “Mese della mobilità dolce” fino al 6 aprile.
Sono coinvolte nel “Mese” le più importanti associazioni ambientaliste e culturali nazionali e regionali che stanno organizzando eventi in tutto il Paese (attualmente sono oltre una novantina quelli già definiti), quali passeggiate e pedalate lungo tratti ferroviari in abbandono, incontri, flash mob, mostre fotografiche rievocative, sensibilizzazione verso le Scuole, visite a impianti ferroviari, petit voyage in treni storici.
“Si riaccendono ancora, dopo nove anni, i riflettori su un progetto culturale e turistico di ampio respiro perché capace di rivalutare interi corridoi ecologici, proponendo al cittadino-viaggiatore la dimensione tranquilla del viaggio e della vacanza che dà valore al tempo, alle proprie esperienze”, commenta l’architetto Massimo Bottini, Presidente Nazionale di Co.Mo.Do., la Confederazione Mobilità Dolce.
“Co.Mo.Do. – prosegue Bottini – con il mese della mobilità dolce intende difendere il ruolo della strada in quanto non solo collegamento ma mezzo di comunicazione, luogo in cui si innescano processi di conoscenza. Un piano serio di rigenerazione delle strade, di alcune almeno, che le riporti all’originaria funzione è già una priorità nazionale, un piano che le metta in condizione di essere veicolo di comunicazione tra i luoghi delle città, tra le persone. Le strade sono l’unica occasione di avviare un processo di ricucitura tra le diverse parti delle nostre città, parti che spesso nemmeno si conoscono, parti estranee l’una all’altra; il rammendo viario potrà rafforzare il senso di comunità e di appartenenza oramai da troppo tempo quiescente. Investire sulle strade è investire sul futuro della comunità, sul consolidamento sociale e sul suo sviluppo economico. Il consumo di suolo che fino ad oggi ha caratterizzato lo sviluppo urbano ha mostrato anche ai più distratti i suoi limiti e i suoi danni”.
Fra le proposte messe a punto dalle varie Associazioni che aderiscono alla Piattaforma programmatica di Co.Mo.Do. se ne contano 5 in Piemonte, 2 in Liguria, 11 in Lombardia, 7 in Veneto, 4 in Friuli, 2 in Emilia Romagna, 11 in Toscana, 3 nelle Marche, 4 in Umbria, 1 nel Lazio, 1 in Abruzzo, 2 in Campania, 7 in Puglia, 1 in Basilicata, 8 in Calabria, 12 in Sicilia e 7 Sardegna. Si tratta di eventi pensati per difendere un patrimonio importante, con linee che si snodano nel territorio e che collegano città, borghi e villaggi rurali, di opere d’arte (ponti, viadotti, gallerie), di stazioni e di caselli di elegante fattura e collocati in posizioni strategiche, che giacciono per gran parte abbandonati in balia della natura che piano piano se ne riappropria. Un patrimonio da tutelare e salvare nella sua integrità, trasformandolo in greenways per la riscoperta e la valorizzazione del territorio o ripristinando il servizio ferroviario con connotati diversi e più legati ad una fruizione ambientale e dei luoghi.
Co.Mo.Do. sta lavorando da dieci anni nella direzione di dar vita a una rete alternativa di strade destinate non alle auto, ma alla “gente”: camminatori, cicloturisti, bambini, anziani, tutti noi. “Una rete nazionale di mobilità alternativa fatta anche di strade arginali, vie storiche, sentieri costieri per riscoprire in modo appropriato il nostro Paese. E per questo parliamo di mobilità dolce: dolce è più significativo di lenta; vuol dire vivere e spostarsi a un ritmo più piacevole e umano”, cosi Albano Marcarini, Past President di Co.Mo.Do.
In tutto il Paese, fanno notare gli organizzatori del “Mese”, esistono ancora piccole Ferrovie che potrebbero funzionare come veicoli per un turismo meno impattante sull’ambiente, più vicino alle realtà locali, ai territori emarginati. In un paesaggio quasi sempre modificato dall’uomo, nel quale si mescolano resti archeologici classici e industriali, nel quale si alternano dimenticanza e sfacelo, rimane viva la speranza che l’antica ferrovia risorga, mai rassegnandosi a perdere in questo paesaggio.
“Finalmente adesso è arrivata la partnership con la Fondazione FS Italiane che realizza, da circa un anno, treni turistici su sei linee locali denominate Binari senza tempo – spiega Anna Donati, Presidente onorario di Co.Mo.Do. “Questi treni turistici stanno ottenendo un ottimo successo di pubblico e FFS sta progettando di aprire pertanto altre Linee ai Treni turistici. Va rimarcato che molti operatori privati si stanno aprendo al turismo outdoor con la fornitura di servizi, con proposte integrate di accoglienza, di trasporto bici, assistenza e apertura di ciclofficine, con la vendita delle eccellenze del territorio, con le guide turistiche. Sta nascendo quindi una piccola economia legata alla mobilità dolce molto interessante. Un altro tavolo di confronto importante è stato aperto da Co.Mo.Do. con il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ed RFI sulle ferrovie dismesse da tempo, per identificare quelle linee che possano diventare greenways sulle quali camminare e pedalare. Sono ben oltre 1500 km le linee abbandonate in queste condizioni, che in buona parte potranno diventare vie verdi per vivere la mobilità dolce nel paesaggio culturale italiano“.
Anche il Governo pare essersi accorto accorto della “mobilità dolce”. Il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio si è impegnato per lo sviluppo dell’utilizzo della bicicletta, sia in ambito urbano che per la Rete di ciclovie turistiche. Delrio ha già ottenuto un buon risultato inserendo nel DDL Stabilità 2016, 91 milioni di euro per lo sviluppo di alcune ciclovie destinando 3 milioni allo sviluppo della Rete dei Cammini. Anche il Parlamento sembra essere diventato più attento e sono attualmente tre i provvedimenti di cui si sta discutendo nelle due Commissioni (Ambiente della Camera e Commissione Trasporti al Senato): una Delegazione di Co.Mo.Do. è mensilmente ricevuta dai Relatori che stanno redigendo le norme per le Ferrovie Turistiche, su come sostenere i nuovi servizi, su come vincolare i sedimi e su come realizzare regolamenti snelli per l’esercizio di Ferrovie a bassa velocità. Nella Commissione Trasporti al Senato è altresì in discussione la norma per la ciclabilità in ambito urbano ed extraurbano. Alla Commissione Ambiente è invece in discussione il provvedimento per la mobilità dolce, i Cammini e le greenways. Quello che sarà necessario, dicono i referenti di Co.Mo.Do, è evitare che vi siano interventi scoordinati tra loro, ma che si producano norme snelle ed efficaci.
Lo scopo della IX Giornata Nazionale delle Ferrovie non Dimenticate e del Mese della mobilità dolce non sarà quindi solo quello di diffondere una “cultura della mobilità dolce“, ma anche di premere verso i decisori politici e verso le realtà sociali ed associative riguardo alla necessità di promuovere progetti ben concreti sui propri territori per ottenere risorse destinate all’avvio di servizi turistici, per tutelare l’immenso patrimonio di strade e Ferrovie, per fare “Rete e Sistema”, in modo da offrire al turista italiano e straniero sistemi semplici ed immediati di mobilità dolce ai quali accedere.