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Filiere del recupero: on line il nuovo Dossier Hera

dicembre 6, 2013 Aziende, Comunicati Stampa, Pratiche

Il 2013 dei Dossier di Hera si chiude con un numero dedicato all’ambiente, in particolare alle filiere del recupero dei rifiuti, settore-chiave della green economy. Fare la raccolta differenziata in modo virtuoso, infatti, non basta e anche le ultime Direttive Ue lo mostrano chiaramente: i veri obiettivi da seguire sono legati al riciclo dei rifiuti a e alla loro trasformazione in risorse economiche e ambientali. Per valorizzare gli sforzi di cittadini e amministrazioni pubbliche è importante, quindi, dotarsi di un indotto strutturato e di una solida rete impiantistica e di aziende manifatturiere in grado di assorbire l’offerta di materie prime seconde.

Sulle filiere del recupero l’UE si sta muovendo: l’industria del riciclo vanta 18 mila imprese, più di 174 mila dipendenti e sette miliardi di valore aggiunto nel 2009 (dati Commissione UE). E negli ultimi 10 anni ha già contribuito a tagliare oltre 38 milioni di tonnellate di CO2 negli ultimi 10 anni.

Le filiere del recupero europee riportano nel ciclo produttivo in media il 42% dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato. Ma ci sono ancora molte disparità fra nazione e nazione e le quantità riciclate, soprattutto in relazione alle alte percentuali di differenziata di alcune nazioni, sono ancora modeste. Inoltre, l’export dei materiali da avviare a recupero pesa ancora parecchio: gli alti livelli di raccolta di carta, plastica e rottami in Inghilterra, Svezia o Stati Uniti trovano sbocco presso paesi compratori come Cina o India, centri di produzione globale assetati di materie prime a basso costo. Ma nel lungo periodo questo flusso verso l’esterno non sarà più sostenibile, perché anche quei paesi cominceranno a gestire e recuperare i propri rifiuti. Ecco perché è fondamentale investire ulteriormente sullo sviluppo di una filiera del riciclo interna, in grado di assorbire l’offerta dei materiali recuperati.

Nonostante percentuali di raccolta differenziata e recupero ancora basse, l’Italia presenta alcune specificità che ne fanno un caso unico in Europa. Il Paese è primo per quanto riguarda il recupero industriale di metalli, carta, plastica, vetro, legno, tessili, gomma. Questo primato si fonda su due fattori: una carenza strutturale di materie prime, che ha incentivato il riutilizzo di materiali, e un sistema di Consorzi tra i più grandi in Europa, con sistemi di incentivi ai comuni virtuosi.

Nel 2012 il 93,5% dei rifiuti urbani raccolti separatamente sul territorio Hera è stato avviato a recupero. Il dato emerge dal report  “Sulle tracce dei Rifiuti”, che informa i cittadini anche sulla loro destinazione finale. Oltre al Report, Hera è impegnata sulla filiera a 360 gradi. Attraverso Herambiente, la società del Gruppo dedicata al trattamento e smaltimento dei rifiuti, sono stati investiti 50 milioni di euro in impianti a lettori ottici per la separazione dei rifiuti secchi (carta e plastica) e in biodigestori anaerobici, che ricavano compost dai rifiuti organici e, attraverso il biogas prodotto, energia elettrica. Grande attenzione è inoltre dedicata ai rifiuti industriali, che in Italia rappresentano l’80% dei rifiuti totali prodotti. E’ il caso del Disidrat, un impianto situato a Ravenna per il trattamento dei fanghi industriali, da cui si ricava materiale utile a ricoprire le discariche o a riempire le cavità delle miniere lasciate dagli scavi. C’è infine la termovalorizzazione, per produrre energia (in parte rinnovabile) dai rifiuti: nel 2012 i sei termovalorizzatori di Hera hanno prodotto 705,2 GWh di energia elettrica e 207,6 GWh di energia termica. E’ stato recuperato anche il 55% delle scorie, riutilizzate nella produzione di calcestruzzo e laterizi.

Il Dossier.Hera contiene anche una videointervista a Filippo Brandolini, Presidente Herambiente e Vice Presidente Federambiente, che fa il punto della situazione italiana del recupero di rifiuti urbani e speciali. Sul sito, sono inoltre disponibili tutti i Dossier.Hera pubblicati da inizio 2012 ad oggi, con approfondimenti ogni volta diversi su idrico, energia e ambiente.

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