Ecotessitrici della Sardegna, un filo che arriva fino all’arcipelago giapponese di Okinawa
Un legame stretto, nonostante 10 mila chilometri di distanza, tra la Sardegna e l’arcipelago di Okinawa in Giappone. Isole che condividono la lunga aspettativa di vita, sono tra le popolazioni più longeve del mondo. Merito di uno stile di vita semplice e sano. Ma un altro filo che unisce è la custodia di antiche tradizioni, come la tessitura.
Delle eco-tessitrici sarde aveva già parlato il documentario Janas – Storie di donne telai e tesori di Giorgia Boldrini e Stefania Bandinu, un film sulle artigiane artistiche che hanno fatto resistenza alla modernizzazione industriale. Donne, ma pure uomini, che hanno conservato e tenuto in funzione telai secolari, tenuto in vita conoscenze millenarie e scelto l’utilizzo di materiali naturali. Fino a farsi beffa dei giganteschi telai industriali arrivati nell’isola con l’industrializzazione-farsa degli anni Sessanta/Settanta (si sono arricchiti solo i politici), ora abbandonati negli stabilimenti chiusi e destinati, nella migliore delle ipotesi, ai libri di archeologia industriale. Nel documentario si è visto un ricco giacimento di sapere delle mani, che ora le due documentariste vogliono mettere in relazione con quello, altrettanto variegato e antico, delle isole giapponesi.
“La Sardegna e l’arcipelago di Okinawa sono due patrie gemelle dell’arte della tessitura – raccontano le due autrici – in cui antichissime tradizioni sono ancora vive e i telai producono tesori dell’artigianato artistico e prodotti dal design innovativo”. Oltre la memoria l’innovazione, sempre sostenibile, con il design. “Le due isole sono per molti aspetti simili: terre con le popolazioni più longeve del mondo; luoghi di straordinaria bellezza e antichissima cultura, entrambe vantano una storia e cultura autonoma rispetto ai paesi di appartenenza”. Un filo lunghissimo, tutto da tessere per Boldrini e Bandinu.
Come si è arrivati a intrecciare questa relazione’? “Il mondo della tessitura è una community appassionata e tenace, che tesse relazioni attraverso gli Oceani: così, grazie al passaparola delle tessitrici giapponesi – che hanno scoperto il film qui in Italia – Janas approderà in Giappone a dicembre 2017. Faremo proiezioni e incontri all’Università delle Arti e al Museo di Okinawa’”, racconta Stefania Bandinu, artigiana-artista, protagonista di Janas e autrice del progetto e dei gioielli tessili omonimi. “Questo viaggio sarà l’occasione per girare un nuovo film, che metterà in contatto storie, tecniche e luoghi della tessitura sarda e giapponese, e che si concluderà con la realizzazione di una nuova collezione di gioielli narrativi artigianali dedicati queste due isole gemelle: un progetto ambizioso e un po’ folle, ma in cui crediamo molto. Per tessere questa nuova tela, però, abbiamo bisogno di aiuto!“.
Come ormai consueto nei progetti di documentazione – in tempi di scarsezza di fondi – le autrici, per poter realizzare il loro lavoro, hanno quindi lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso, per raccogliere 10.000 euro con cui coprire parte delle spese di produzione del film. La campagna si concluderà il 31 luglio e vede tra i suoi ‘testimonial’ il musicista Paolo Fresu e la scrittrice Michela Murgia, già coinvolti nel primo film ‘Janas.