Eco Fashion: Gucci presenta la strategia sostenibile del brand a Rio+20
Apre oggi in Brasile Rio+20, l’attesissima conferenza internazionale sullo sviluppo sostenibile organizzata dalle Nazioni Unite. Governi, settore privato, ONG e altri gruppi, sono già riuniti, in queste ore, per discutere di come ridurre la povertà, promuovere una maggior equità sociale e una più incisiva tutela dell’ambiente. E anche l’alta moda vuole dare il proprio contributo, grazie alla capacità di penetrazione della società. Rossella Ravagli, Gucci CSR & Sustainability Manager, interverrà infatti all’incontro “Changing the world through fashion”, promosso dalla Nordic Fashion Association all’interno del RIO+20 Corporate Sustainability Forum, il convegno collaterale che ha l’obiettivo di esplorare l’apporto che il comparto moda e abbigliamento può fornire allo sviluppo sostenibile.
Il contributo di Gucci indicherà la strategia del brand sul tema CSR e sostenibilità e l’impegno progressivo del marchio per la promozione di un “Valore Sostenibile” come elemento chiave della sua mission aziendale. Questo percorso implica la valorizzazione di aspetti quali il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, la promozione delle diversità e delle capacità professionali, il rispetto dell’ambiente e della biodiversità, ma anche degli stakeholders e il coinvolgimento dei fornitori.
Un progetto ambizioso, iniziato nel 2004, che ogni anno ha segnato una nuova tappa. Già nel primo anno di lancio Gucci si è, ad esempio, distinta come una delle prime realtà, nel suo settore, ad avviare volontariamente un processo di certificazione in materia di Responsabilità Sociale d’Impresa (SA 8000) che coinvolge la sede di Firenze, i negozi e l’intera filiera produttiva. Nel 2009, grazie ad un accordo siglato con Confindustria Firenze, CNA e le parti sociali, Gucci si è poi impegnata ulteriormente a valorizzare e promuovere la filiera produttiva quale patrimonio di conoscenze unico e di valore riconosciuto, in una logica di sostenibilità economica e sociale. Nel 201o l’azienda aderisce alla moratoria Greenpeace relativa all’espansione dell’allevamento bovino in Amazzonia, e si mobilita contro il processo di sabbiatura dei jeans denim, aderendo alla campagna che ne vieta la pratica. Nello stesso anno, il marchio fiorentino ottiene inoltre la certificazione ambientale ISO 14001 e avvia un programma di iniziative eco-friendly per la progressiva riduzione dell’impatto delle attività dell’azienda sull’ambiente. Tra queste la creazione di un nuovo packaging realizzato esclusivamente con carta certificata FSC (Forest Stewardship Council), riciclabile al 100%.
Nel 2011 Gucci firma un accordo con i sindacati per agevolare politiche di welfare all’interno dell’azienda e rende possibile la creazione di una nuova forma aggregativa lungo tutta la filiera chiamata “rete d’impresa”, finalizzata a rafforzare la competitività del tessuto produttivo del polo fiorentino della pelletteria. Nel 2012 Gucci presenta inoltre un nuovo packaging riciclabile per gli occhiali (realizzato con carta certificata 100% FSC) con un ingombro molto limitato e con conseguenti ricadute positive in termini di costi di trasporto ed emissioni di CO2. A ciò si aggiunge infine il lancio dei primi prodotti eco-friendly, tra i quali una linea di occhiali eco-sostenibili, realizzati con un innovativo materiale acetato che contiene elementi naturali, un sandalo biodegradabile e un nuovissimo modello di occhiali da sole realizzati in liquid wood, materiale innovativo sinora mai utilizzato nella produzione dell’eyewear.