ECBA Project pubblica la classifica dell’intensità dei “costi esterni” ambientali
Riuscire a coniugare efficienza economica e tutela dell’ambiente secondo una visione integrata è la grande sfida che si pone oggi davanti alle imprese del nostro Paese, e non solo. Da uno studio sui costi esterni dei settori dell’economia italiana realizzato e illustrato dalla società di ricerca e consulenza economica ECBA Project, emerge infatti che le attività economiche italiane generano mediamente 24 euro di danni ambientali e sanitari dovuti alle emissioni in atmosfera, ogni 1.000 euro di valore aggiunto prodotto.
Secondo i dati presentati dalla ricerca, fra i dieci macro-settori che contribuiscono maggiormente al valore aggiunto dell’economia nazionale, quello dei servizi di trasporto e logistica presenta la maggiore intensità di danni ambientali e sanitari delle emissioni in atmosfera in relazione al beneficio economico direttamente generato, con un valore di 49 euro ogni 1.000 di valore aggiunto del settore. L’immobiliare, che contribuisce con il 14,3% al valore aggiunto totale, è invece quello che genera minori costi esterni ambientali, con un valore inferiore a 1 euro ogni 1.000 di valore aggiunto.
I primi risultati dello studio sono stati pubblicati sul n. 5/2013 di Nuova Energia, rivista bimestrale dello sviluppo sostenibile, in un articolo che riporta integralmente la stima complessiva dei costi esterni ambientali in base alle emissioni in atmosfera NAMEA dell’ISTAT per l’anno 2012, secondo un primo livello di disaggregazione dei settori dell’economia italiana. L’articolo propone anche un insieme di indicatori, individuati con un approccio ECBA (Environmental Cost-Benefit Analysis), finalizzato a fornire dati sistematici integrando le tre dimensioni principali dello sviluppo sostenibile: quella ambientale, sociale ed economico-finanziaria.
L’indicatore ECBA Project Environmental Cost-Benefit Index, con cui è stata stilata la classifica dell’eco-efficienza dei macro-settori dell’economia nazionale, rapporta i costi esterni ambientali di un’impresa o di un settore – in termini di danni ambientali e sanitari associati alle emissioni di gas serra e di inquinanti – al beneficio economico netto direttamente apportato alla collettività dalla stessa impresa o dallo stesso settore, misurato in termini di valore aggiunto generato.
Come anticipato, il macro settore dei Servizi di trasporto e logistica, che incide sul valore aggiunto per il 5,7%, presenta un valore di questo indice pari a 0,049 (49 euro di danni ambientali e sanitari su 1.000 di valore aggiunto generato), cinque volte superiore a quello del comparto di appartenenza (Servizi - 0,009) e doppio rispetto al valore indice dell’intera economia italiana (0,024).
L’industria manifatturiera, che contribuisce al 15,7% del valore aggiunto, presenta un valore indice di 0,033 (33 euro di danni ambientali e sanitari su 1.000 di valore aggiunto generato): si comporta quindi meglio dell’industria nel suo complesso (0,038). Fra i macro-settori dell’industria, quello delle costruzioni (6% sul valore aggiunto) ha una prestazione di eco-efficienza ancora migliore, con un Environmental Cost Benefit Index di 0,006 (6 euro su 1.000 di valore aggiunto).
Per quanto riguarda gli altri settori del comparto dei Servizi, l’indice del commercio all’ingrosso e al dettaglio, che incide per l’11,1% sul valore aggiunto, è pari a 0,020 ed è quindi oltre il doppio di quello più generale del suo comparto (Servizi – 0,009), principalmente a causa del ruolo dei trasporti nella attività di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio.
“La principale innovazione apportata dall’ECBA Project Environmental Cost-Benefit Index“, spiega Donatello Aspromonte, partner di ECBA Project e co-autore dello studio, “è di poter finalmente disporre di un indicatore che rapporta alla ricchezza creata da un’attività economica in un dato anno quella distrutta esternamente dalla stessa attività, e che quindi esprime anche il grado di efficienza delle attività economiche nella prevenzione dei danni ambientali. In base alla nostra indagine, circa il 50% delle esternalità negative è dovuta a settori che concorrono per solo il 10% alla creazione del valore aggiunto nazionale.”
Andrea Molocchi, partner di ECBA Project e co-autore dello studio, aggiunge: “Una delle principali applicazioni dell’ECBA Project Environmental Cost-Benefit Index riguarda la possibilità per le imprese di beneficiare di un’attenta e dettagliata analisi di posizionamento ambientale rispetto al benchmark di settore. Col calcolo dell’indice di ECBA Project, il management e gli stakeholder aziendali possono disporre di un’analisi delle prestazioni ambientali ad alto contenuto informativo ed integrata con i dati di bilancio, essendo condotta secondo le metodologie raccomandate a livello comunitario per l’analisi costi-benefici, volte all’integrazione dei dati finanziari con quelli economici, sociali e ambientali.”