Nell’indagine ECBA Project i paradossi del credito bancario: tassi più alti per i virtuosi del Made in Italy
In che modo le banche allocano i risparmi dei cittadini? Nell’erogazione del credito tengono conto delle prestazioni ambientali dei clienti? Il sistema del credito è orientato a sostenere attività ad alto impatto ambientale e sanitario, oppure tende a finanziare attività eco-sostenibili? Per rispondere a queste domande la società romana ECBA Project ha realizzato un’innovativa indagine sulla sostenibilità ambientale del settore bancario nel contesto dell’economia nazionale, analizzandone le prestazioni ambientali, sia dirette che indirette, e proponendo indicatori utili anche per la valutazione ambientale del merito di credito.
Dalla ricerca emerge che, anche se il settore bancario non ha effetti ambientali diretti particolarmente impattanti, nell’erogazione del credito, invece, appare molto sbilanciato nel finanziamento di attività in settori con elevate esternalità ambientali: i costi esterni del portafoglio prestiti del sistema creditizio, calcolati come media ponderata per gli impieghi bancari dell’intensità dei danni sanitari e ambientali dei diversi settori di attività economica, sono pari a 45 euro ogni 1.000 di valore aggiunto generato dalle imprese. A dirci che questo valore è eccessivo e insostenibile nel lungo termine è il semplice confronto con l’intensità dei costi esterni per il complesso delle imprese italiane che, in base all’indagine di ECBA Project risulta pari a circa 24 euro ogni 1.000 euro di valore aggiunto: il settore bancario impiega dunque le risorse dei risparmiatori in maniera selettivamente più insostenibile sotto il profilo ambientale rispetto alla media della realtà produttiva nazionale, contribuendo indirettamente (attraverso lo strumento del credito) alla generazione di danni per unità di valore aggiunto pari quasi al doppio di quelli mediamente attribuibili al complesso delle imprese dell’economia.
L’indice di intensità di costo esterno ambientale proposto da ECBA Project per le attività economiche delle singole imprese e dei settori di appartenenza, denominato Environmental Cost-Benefit Index (ECBI), può migliorare il processo decisionale di valutazione del merito di credito, fornendo alla banca un’informazione sintetica sulle prestazioni ambientali dell’impresa cliente, facilmente integrabile nel processo di valutazione del merito di credito.
L’indagine di ECBA Project sul settore bancario ha anche analizzato le possibili relazioni fra sostenibilità ambientale (valore dell’ECBI) e tassi sui prestiti nei diversi settori dell’economia (nel primo trimestre 2013 oscillanti fra il 2,3% e 5,0%, con un valore medio pari a 3,3%). Il livello dei tassi dovrebbe rappresentare il livello complessivo di rischio del finanziamento e, quindi, integrare anche l’esposizione ai costi esterni imputabili alle attività d’impresa. Ciononostante, dall’analisi non emergono evidenze di una correlazione premiante fra efficienza ambientale di settore e livello medio del tasso d’interesse settoriale. Al contrario, sembra addirittura verificarsi il suo opposto: molti dei settori ritenuti dalle banche più solidi dal punto di vista finanziario sono in realtà molto esposti alle esternalità ambientali. Come se si desse per scontata una certa “impunità” di queste attività.
Tanto per fare qualche esempio, il settore “Coke e prodotti petroliferi” con 821 euro di esternalità generate per 1.000 di valore aggiunto creato, beneficia di un tasso fra i più bassi (TAEG 3,0%), il settore “Energia elettrica e gas” con 172 euro di esternalità generate per 1.000 di valore aggiunto, ha un tasso del 2,9%, la “Metallurgia” con 155 euro, ha un tasso del 3,3%. Viceversa, i settori via via più virtuosi sotto il profilo ambientale (quelli con valori dell’ECBI perlomeno inferiori alla media nazionale di 24 euro per 1.000 di valore aggiunto) sono tendenzialmente gravati da tassi elevati. Ne sono un esempio alcuni settori tipici del Made in Italy, quali il “Tessile”, che, con 10 euro di esternalità generate per 1.000 euro di valore aggiunto, presenta un costo medio del credito pari a circa 4%, o il settore dei “Mobili”, che con 4 euro di esternalità generate, ha un costo medio dei finanziamenti del 4,45%. Stesso discorso vale anche per il settore “Alimentare”, che con 14 euro di esternalità generate presenta un costo medio dei finanziamenti di circa il 3,7%.