Dall’Europarlamento via al nuovo Fondo per la pesca: supporto alla conservazione degli stock ittici
Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), l’ultima parte della Riforma della Politica Comune della Pesca (PCP). Il Fondo prevede un investimento di 6,5 miliardi di euro, che varrà dal 2014 al 2020.
La Riforma della PCP è stata lanciata il 22 aprile 2009. Lo scorso 30 maggio, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo politico sul Regolamento di Base, che è stato adottato lo scorso dicembre. L’approvazione del testo finale avvenuta in questi giorni rappresenta l’adozione formale di questa storica legislazione che, se verrà efficacemente applicata negli Stati membri, potrà mettere fine alla pesca eccessiva, una delle principali cause del declino degli stock ittici, così drammaticamente impoveriti anche a causa di anni di cattiva gestione delle politiche in questo settore. La riforma potrà contribuire a recuperare gli stock sovra sfruttati e tramite il FEAMP fornirà maggiore supporto finanziario per una gestione responsabile della pesca.
La riforma è stata approvata grazie a un notevole coraggio politico ma ciò non assicura la fine della pesca eccessiva in Ue. Il nuovo Fondo per gli Affari Marittimi e la Pesca entrerà in vigore solo dopo l’approvazione formale da parte dei ministri della Pesca e la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Tra le misure più importanti previste dal FEAMP c’è un sostanziale aumento dei fondi per la ricerca scientifica e la raccolta dati, con l’obiettivo di recuperare le risorse ittiche e investire sulla pesca sostenibile e responsabile. Nel Mediterraneo, infatti, circa il 95% delle specie ittiche valutate è sovra sfruttato e, come ricorda anche il Rapporto “Fish Dependence Day”di nef* , in Italia lo stato di conservazione degli stock ittici e’ drammatico. Le scorte ittiche si esauriscono sempre più velocemente e ogni anno circa il 70% del pesce che consumiamo viene di fatto importato dall’estero. Il Fondo inoltre prevede disposizioni che bloccano i contributi in caso di mancato rispetto delle norme della PCP da parte degli Stati membri. Questi ultimi saranno chiamati anche a stabilire limiti di pesca sostenibili e ad applicare l’obbligo di sbarco eliminando sprechi e rigetti in mare del pesce catturato ma non desiderato. “Tutte queste importanti misure che vanno verso la sostenibilità delle attività di pesca sono fondamentali: applicare bene la Riforma della PCP in Italia e garantire controlli adeguati è una priorità nonché un’opportunità che non possiamo più permetterci di perdere”, spiega Serena Maso, coordinatrice nazionale di OCEAN2012, coalizione di organizzazioni unite dalla volontà di cambiare la politica per la pesca in Europa, al fine di ridurre la pesca eccessiva e porre fine a pratiche di pesca distruttive.
“La responsabilità passa ora ai singoli Stati membri che sono chiamati ad applicare le direttive europee in modo preciso ed efficace e che dovranno decidere come utilizzare i fondi europei. Per il settore pesca italiano questa è una straordinaria opportunità per garantire un futuro alla pesca e ai pescatori”, continua Maso.