“Dalla culla alla culla”
A Ecomondo Michael Braungart spiega la terza via per la salvaguardia dell’ambiente
Rimini, 31 ottobre 2009 – Ad Ecomondo (a Rimini Fiera fino a stasera) non ha tradito le attese Michael Braungart, coautore (con William McDonough) del libro ‘Dalla culla alla culla’. L’autore è il punto di riferimento della scuola di pensiero che in tema ambientale propone la parola d’ordine della ‘ecoefficacia‘ contrapposta al dualismo ‘crescita vs. salvaguardia degli equilibri ambientali’.
Una nuova frontiera dell’ambientalismo, dunque, che ipotizza la progettazione di filiere in grado di reinserire i materiali in successivi cicli produttivi, il passaggio dalla vendita di prodotti alla vendita di servizi. Un’elaborazione teorica accompagnata da esempi concreti.
“Adottare comportamenti che riducano i rifiuti o le emissioni – ha detto Braungart – significa accettare soltanto di fare meno male al pianeta. Avanti di questo passo andremo dalla culla alla tomba. La filosofia ‘dalla culla alla culla’ prevede invece che gli oggetti di cui ci circondiamo non muoiano come rifiuto, ma vengano reinseriti nel ciclo biologico, trasformandosi in ‘nutrienti’ per altri oggetti. Solo così il mondo potrà passare da una filosofia ‘cradle to grave’ (dalla culla alla bara) ad una ‘cradle to cradle’ (dalla culla alla culla). Dobbiamo passare dal concetto di ecoefficienza a quello di ecoefficacia”.
“Per arrivare a ciò – ha continuato – è fondamentale fissare degli obiettivi e generare una nuova attività di produzione, differenziandola da quella attuale in modo visibile, passando da un metabolismo tecnico ad un metabolismo biologico della materia. Questo è un moto della persona, non possiamo aspettare che queste cose avvengano per legge, quindi dobbiamo generare una nuova cultura”. A detta di Braungart, uesta filosofia non ha solo un fondamento etico, ma anche economico. “Le imprese che nel mondo ragionano in questo modo stanno moltiplicando gli affari. Se, ad esempio, si continuerà a pianificare la costruzione di termovalorizzatori, si programmerà la produzione di altri rifiuti affinché possano lavorare. Allo stesso modo, se ricicliamo materia costruita con agenti inquinanti, moltiplichiamo l’inquinamento. Io propongo una visione diversa: l’uomo non deve attenuare comportamenti negativi inquinando di meno, ma deve agire tendendo a non inquinare per nulla”.