Consumo di suolo: anche in Europa sempre più cemento
La cementificazione sta mangiando una quota sempre maggiore di superficie agricola anche in Europa. A lanciare l’allarme è l’European Environment Agency (EEA) che, nel suo recente SOER2010, dedica il capitolo Land use proprio all’analisi del cambiamento della destinazione d’uso del suolo nel periodo 2000/2006. La prima tendenza che emerge dal rapporto è la crescita della superficie artificiale europea – composta prevalentemente da aree residenziali, commerciali e ricreative – a scapito dei terreni agricoli del Vecchio Continente.
“Il consumo di suolo rappresenta, anche a livello europeo, una delle minacce più preoccupanti per la biodiversità e per l’accesso alla terra. Per contrastare e fermare la crescente cementificazione delle superfici agricole europee dovrebbe intervenire in modo deciso la Politica Agricola Comune (PAC). In particolare la PAC dovrebbe dare nuovo impulso alle aree agricole delle zone cosiddette svantaggiate, o ad alto valore naturale, come le nostre montagne e le nostre aree collinari, aumentando i finanziamenti destinati a queste aree. Oltre all’intervento della PAC sarebbero necessarie anche politiche nazionali di ricomposizione fondiaria e tutela del territorio”. È il commento di Andrea Ferrante, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) agli allarmanti dati sulla cementificazione del territorio che arrivano dall’Agenzia Europea per l’Ambiente.
Se è vero che attualmente la superficie artificiale europea rappresenta il 4% della superficie totale, è altrettanto vero che dal 2000 al 2006 si sono persi ben 600 mila ettari di terreni agricoli facendo segnare un consistente +3,4% alle aree cementificate europee. Un fenomeno cui hanno contribuito in modo determinante non solo le aree residenziali, m anche l’incremento delle infrastrutture e di zone destinate a siti economici, in particolare in paesi come l’Irlanda e l’Olanda. E mentre crescono cemento e aree urbane, vengono erose le superfici agricole: sempre nel periodo 2000/2006 i terreni a uso dei seminativi e delle colture permanenti si sono ridotti dello 0,2%, mentre quelli destinati al pascolo sono diminuiti dello 0,3%. Altro fenomeno preoccupante è l’abbandono delle aree rurali marginali e remote a favore di una sempre maggiore concentrazione dell’agricoltura nelle aree più fertili.
La combinazione di urbanizzazione, cementificazione e agricoltura intensiva non solo mangiano suolo, ma provocano anche il degrado dei terreni, minacciano i servizi ecosistemici forniti naturalmente dalle superfici agricole e causano la perdita della fauna selvatica. Come se non bastasse sono in declino anche le aree semi-naturali, le zone umide e le zone ricche di biodiversità.