Collegno: l’impianto fotovoltaico nato sulla discarica
È possibile associare l’immagine di una discarica di rifiuti industriali al concetto di sostenibilità e di rispetto per l’ambiente? È possibile dar vita ad un percorso in grado di trasformare una discarica in un luogo in grado di produrre energia pulita?
Barricalla Spa, la società che gestisce il principale impianto di smaltimento di rifiuti industriali d’Italia, ha inaugurato l’11 ottobre presso la sede di via Brasile 1 a Collegno, in provincia di Torino, il suo primo parco fotovoltaico.
4.680 metri quadri di superficie fotovoltaica, 2.925 moduli fotovoltaici di ultima generazione raggruppati in 325 stringhe, per una potenza complessiva di 936 KW, in grado di produrre a regime oltre 1,12 GWh all’anno, un terzo dei quali copriranno l’intero fabbisogno di energia dell’azienda, mentre il rimanente sarà immesso nella rete.
Il parco costituisce la fase finale di riqualificazione di un’area fino a poco tempo fa adibita a discarica. L’impianto (4 lotti per una superficie di circa 75.000 metri quadri e un volume complessivo di 912.000 metri cubi) è stato costruito dopo una attenta valutazione di impatto ambientale e grazie anche alla collaborazione con il Politecnico e con la Provincia di Torino. Sin dalla sua origine, nel 1984, è stato previsto infatti che i lotti giunti ad esaurimento fossero oggetto di piani di recupero ambientale.
I moduli caratterizzati da 96 celle solari in silicio monocristallino ad alta efficienza potranno inoltre, alla fine del loro ciclo di vita, essere riciclati e reinseriti nell’industria delle apparecchiature elettroniche.
Ogni anno 140.000 tonnellate di rifiuti industriali trovano presso Barricalla la loro collocazione: i rifiuti, dopo un rigido controllo in laboratorio eseguito su tutti i campioni in ingresso, vengono trasferiti in discarica e posti in coltivazione, con un metodo che prevede la stratificazione di rifiuti fangosi e prodotti solidi. Raggiunta la capacità massima della vasca si procede alla sua sigillatura idraulica con l’impiego di materiali impermeabili ed alla riqualificazione con terreno agrario e vegetazione autoctona. All’interno dell’impianto e nelle immediate vicinanze è attiva una rete di sensori che permettono un monitoraggio ambientale integrato di suolo, acqua, aria e insetti per prevenire ogni forma di contaminazione da parte delle attività della discarica.