Cibo e salute: nel 2013 +14% di allarmi alimentari per prodotti dannosi
Dall’inizio della crisi sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248% del valore di cibi e bevande sequestrati perché adulterate, contraffate o falsificate sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti per sottolineare l’importanza della decisione annunciata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha accolto la richiesta presentata dal presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero, anche per combattere inganni e sofisticazioni.
I risultati dell’attività dei Nas confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché – sottolinea la Coldiretti – si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza. Lo dimostra il fatto che le importazioni agroalimentari in Italia hanno ragiunto la cifra record di 40 miliardi di euro nel 2013 con un aumento del 20% rispetto all’inizio della crisi nel 2007, secondo l’analisi della Coldiretti.
Sul mercato mondiale sotto la pressione della crisi è sostenuto il commercio di surrogati, sottoprodotti e aromi artificiali utilizzati per nascondere la bassa qualità degli alimenti. Si tratta di preoccupazioni che riguardano anche l’Italia che è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l’extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate proveniente dall’estero. Il risultato è che nel 2013 sono aumentati del 14% gli allarmi alimentari in Italia con ben 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF), rispetto al 2007 in cui è iniziata la crisi. Un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi. Peraltro l’82% degli allarmi alimentari che si sono verificati in Italia sono stati provocati da prodotti a basso costo provenienti dall’estero.
“Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy”, denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
La maggioranza del succo di arancia consumato in Europa, per esempio, proviene dal Brasile sotto forma di concentrato al quale viene aggiunta acqua una volta arrivato nello stabilimento di produzione, a differenza di quanto avviene per la spremuta. Ma ad essere importati sono anche semilavorati come le cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati che vengono utilizzati per produrre all’insaputa del consumatore formaggi di fatto senza latte.