CIB al preview di Fieragricola: “In Italia 8 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030″
«L’Italia è il quarto Paese al mondo dietro a Germania, Stati Uniti e Cina e secondo in Europa per numero di impianti di biogas nelle aziende agricole, che sono più di 1.250 realizzati e dagli attuali 2 miliardi di metri cubi abbiamo la potenzialità per arrivare a 8 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030. L’agricoltura potrà raggiungere fino al 15% del fabbisogno nazionale del gas naturale, realizzando occupazione e favorendo nuovi investimenti».
Lo ha dichiarato Christian Curlisi, direttore del Consorzio Italiano Biogas (CIB), intervenendo sabato 18 marzo alla prima tappa del roadshow 2017 della Fieragricola di Verona, che si è tenuta alla Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, in Piemonte.
La rassegna internazionale di Veronafiere – in programma dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018 – si è presentata con un preview sui principali focus espositivi: meccanizzazione, zootecnia, energie rinnovabili, multifunzione, agrofarmaci e fertilizzanti, mangimistica.
«Siamo la prima fiera dell’agricoltura in Italia in grado di garantire un’offerta trasversale in tutti i segmenti dell’agricoltura – ha spiegato Luciano Rizzi, Area manager Agriexpo & Technology di Veronafiere – e puntiamo ad offrire servizi e approfondimenti in grado di dare risposte innovative al sistema agricolo e zootecnico, alle prese con la sfida della sostenibilità e dei mercati globali».
«I 4,5 miliardi di euro finora investiti nel settore del biogas hanno creato oltre 12.000 posti di lavoro – ha proseguito il direttore del CIB, Curlisi – ma possono diventare molti di più e aprire nuove opportunità per l’agricoltura e la filiera delle energie rinnovabili».
In un futuro prossimo, infatti, secondo CIB, gli agricoltori potranno essere i partner privilegiati nel progetto di una bioraffineria a biogas, nella quale si raggiungono diversi obiettivi: integrare le reti di energia elettrica e del gas; produrre fertilizzanti organici e rinnovabili, riducendo così l’impatto della chimica in campo; produrre biocarburante, biomateriali e chimica verde, ridurre le emissioni. «Non dimentichiamo che oggi l’agricoltura è responsabile del 12% delle emissioni di gas serra – ha ricordato Curlisi – e il biogas può essere uno strumento per aumentare il carbonio organico e i nutrienti nel suolo; ridurre il rischio di erosioni; incrementare il tenore organico e ridurre il compattamento del suolo».
Il tutto a patto che il processo di filiera segua i canoni di quello che il CIB ha battezzato «Biogasdoneright», il biogas fatto bene. Integrazione produttiva, buone pratiche agricole, sostenibilità ambientale e processi rivolti al sequestro di carbonio nel suolo sono tutti gli ingredienti che, secondo Curlisi, «sono necessari per combattere i cambiamenti climatici e rispondere in maniera concreta agli obiettivi definiti dagli accordi della Cop21 di Parigi».
Produrre di più e meglio non solo è possibile, ma è anche alla portata. Seguendo gli schemi definiti dal CIB, il cui modello è al centro di studi su scala internazionale per la validità delle soluzioni proposte per la filiera agricola, non vi sarebbe nemmeno sovrapposizione tra colture destinate all’alimentazione e quelle con finalità energetica, che possono coesistere nell’arco della campagna produttiva. È il caso delle combinazioni in campo fra grano e mais insilato oppure grano insilato e soia foraggera o, ancora, triticale e pomodoro. E proprio da Savigliano sono stati presentati casi di investimenti in agricoltura che hanno portato all’ampliamento della mandria e al recupero di terreni incolti, grazie alle potenzialità del digestato e del biogas.
La nuova frontiera delle rinnovabili, secondo CIB, sarebbe dunque il biometano, sia per l’utilizzo nella rete energetica nazionale sia come biocarburante per le trattrici agricole. Per questo è necessaria la pubblicazione del decreto di modifica (il cosiddetto “Biometano bis“) del precedente decreto ministeriale del 5 dicembre 2013, attraverso il recepimento delle osservazioni sollevate in sede di consultazione pubblica. Allo stesso tempo, anche lo sviluppo del mercato dei biocarburanti e l’immissione diretta del biometano nella rete del gas darebbe un impulso al settore. Sostenendo così in maniera alternativa gli agricoltori italiani.