Chi ha paura della Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica? Il MEF mette il bastone tra le ruote
A chi dà fastidio la “Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica”? Se lo chiede, in una nota stampa diffusa oggi, FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta a pochi giorni dalla chiusura della Settimana Europea della Mobilità (16-22 settembre, dove, tra l’altro, il Ministero dell’Ambiente è stato splendidamente assente).
Il 28 settembre infatti, la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica – presentata nel 2014 – è stata nuovamente ritirata dalla discussione in Parlamento a causa di un parere non positivo da parte della commissione del Ministero dell’Economia e Finanza (MEF).
“Ci domandiamo quali problemi ulteriori ci siano dietro una Legge che darebbe l’opportunità anche all’Italia, come nei Paesi Europei più avanzati, di pianificare, progettare, strutturare un nuovo modello di mobilità nelle nostre città – commenta con forza Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB – La Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica, infatti, darebbe alle nostre città strumenti per cominciare ad affrontare con serietà anche l’emergenza smog che, siamo certi, vedrà tra poche settimane tutti i sindaci, i presidenti di regione e i politici vari sulle barricate a cercare le soluzioni più fantasiose”.
“Ancora una volta ci viene detto che, nonostante il Ministero dei Trasporti abbia indicato le risorse per la copertura della Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica, il Ministero Economia e Finanza ha richiesto ulteriori dettagli – spiega Giulietta Pagliaccio, che aggiunge – Se tanta solerzia fosse stata messa nelle grandi opere autostradali forse, oggi, non staremmo pagando autostrade inutili. Chissà perché, invece, per la mobilità ciclistica c’è sempre qualcuno che ha bisogno di sapere anche la marca della vernice per pitturare le strisce”.
I toni che ha assunto la vicenda dell’approvazione della Legge Quadro sono definiti da FIAB “ridicoli e incomprensibili”, “tanto da portarci a pensare che forse questa Legge dà veramente fastidio a qualcuno – dice la presidente FIAB – ma poiché la campagna elettorale è cominciata, prima o poi lo scopriremo…”.
Inutile ricordare che la Legge Quadro (presentata in Parlamento il 17 ottobre 2016 dall’On. Paolo Gandolfi dell’Intergruppo Parlamentare per la Mobilità Nuova e Ciclistica, dopo due anni di lavori e revisioni e destinata, ora, a divenire carta straccia per via della fine-Legislatura), sarebbe funzionale a sostenere una politica nazionale che, con un rinnovato approccio, possa dare seguito alle ormai note esigenze di città soffocate dal traffico e dall’inquinamento, considerando che l’80% della popolazione italiana vive all’interno di agglomerati urbani.
Il ritorno economico per l’intera società generato dagli investimenti in mobilità ciclistica è dimostrato da diverse ricerche. Secondo lo studio “Copenaghen City of Cyclists“, ad esempio, un segmento d’infrastruttura ciclabile lungo 1 km porta un guadagno netto di 42 centesimi per ogni ciclista che lo percorre, mentre lo stesso km fatto in auto genera una perdita di 3 centesimi. E, poiché la matematica non è un’opinione, è facile comprendere come il ritorno generato da quel km, percorso da una media di mille ciclisti, sia di 420 euro al giorno, ovvero oltre 150.000 euro in un anno.