Bikeconomy Forum 2018: ecco come far girare l’economia su due ruote
Si svolgerà il 16 novembre, a Roma presso il Museo MAXXI, la terza edizione del Bikeconomy Forum, il più importante evento nazionale dedicato all’economia che ruota attorno alla bicicletta.
Ideato dalla Fondazione Manlio Masi e Osservatorio Bikeconomy, con il Patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale, del CONI e della Federazione Ciclistica Italiana, il Forum quest’anno si concentra su case history ed esperienze internazionali per favorire stimoli e iniziative virtuose in uno dei segmenti più attivi e in crescita della moderna economia compatibile, quella legata alla bicicletta ed alle filiere che ha aperto, dalle infrastrutture all’industria, dalla tecnologia al design.
Quali sono, dunque, le migliori pratiche italiane e le esperienze internazionali che possono stimolare repliche virtuose? Quali i criteri di qualità e di sicurezza per realizzare una ciclovia? Perché conviene investire nella bicicletta? A questa e ad altre domande offriranno contributi gli ospiti di quest’anno.
L’esempio olandese rimane il riferimento, con un ospite d’eccezione, Marcel van Lieshou di Move Mobility, che spiegherà bene come la pianificazione urbana (uso del suolo) in Olanda abbia un enorme impatto sui modelli di mobilità, perché lo sviluppo di una rete strategica inizia con la connessione della pianificazione urbana con quella della mobilità. Paolo Ruffino, consulente della Provincia di Amsterdam, metterà a confronto le esperienze italiane e quelle olandesi per ottimizzare gli investimenti nella costruzione di nuove ciclabili. Italo Meloni, Direttore CIREM dell’Università di Cagliari, illustrerà quali sono i criteri di qualità e di sicurezza nella realizzazione di una ciclovia. Paolo Pileri, Politecnico di Milano, illustrerà il progetto VenTO, la dorsale cicloturistica più lunga d’Europa, 679 km che legano Venezia a Torino lungo il fiume Po, probabilmente il più forte esempio di “bikeconomy” messa in pratica nel nostro Paese. Si tratta di una ciclovia per far pedalare chi già va in bicicletta ma sopratutto per far pedalare chi ancora non va in bicicletta, seguendo il modello della Germania che ha già una rete di 45.000 chilometri di ciclovie e di cui l’88% è esclusivamente ciclopedonale (cioè non prevede alcun accesso alle auto).
È già un’evidenza matematica la convenienza economica degli investimenti ciclistici. I costi della realizzazione di un’autostrada vengono recuperati in un tempo stimato di cento anni, quelli di una ciclovia in appena un anno e le potenzialità economiche non sono solo per l’industria della bicicletta, ma c’è un indotto enorme che è pronto a beneficiarne. Muoversi in bicicletta, non solo permette costi inferiori ma ne fa risparmiare anche nel lungo periodo. La minore incidenza di malattie e il benessere che deriva dagli spostamenti in bicicletta è già stato ampiamente dimostrato. Chi fa turismo in bicicletta lascia sul territorio il 32% di quanto spende, mentre il turismo motorizzato lascia sul territorio solo il 4%.
L’esempio di riferimento è quello del turismo familiare in Germania che genera guadagni enormi sia direttamente che indotti dai servizi per i ciclisti. Ecco perché oggi le autostrade vanno pensate e progettate pensando già alla sede per le biciclette. Si è calcolato che in Europa ogni chilometro di pista ciclabile porta 5 posti di lavoro. La Germania ha una rete cicloturistica che vale 9 miliardi di euro, la nostra è stata valutata con possibilità di 3 miliardi di euro, ma molto facilmente potrebbe arrivare a valere parecchio di più.
Da qui il titolo dell’edizione di quest’anno, “The Booming Bike World”, la bicicletta vista come un “moltiplicatore” e non solo dal punto di vista economico, sempre più rilevante, ma anche della qualità della vita collettiva e personale.
L’indice di Copenhagenize 2017, che pone in alto alla classifica Copenhagen, Utrecht e Amsterdam, non riporta alcuna città italiana nella sua top 20 bike friendly cities. Con Atene, Tallin e La Valletta, Roma è l’ultima tra le capitali europee, con l’1% di tutti gli spostamenti in bici, versus Copenhagen (58%), Amsterdam (53%) e Lubiana (26%).
Ma qualcosa anche nella Capitale si sta muovendo: Francesco Iacorossi dell’Agenzia Roma Mobilità racconterà Handshake, il progetto europeo per lo sviluppo e la promozione di una nuova cultura legata alla ciclabilità urbana. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge ben 13 città europee dove Amsterdam, Copenhagen e Monaco rivestono il ruolo di città capofila del progetto e hanno il compito di guidare le restanti 10, in un processo di promozione della mobilità ciclabile. L’Italia partecipa al progetto con le delegazioni di due comuni, Roma e Torino.
Nonostante solo il 17% degli italiani vivano a più di 30 minuti dal luogo di lavoro solo il 4% la usa per recarsi a lavoro. Il principale motivo del limitato utilizzo della bicicletta è la scarsa qualità e interconnessione delle infrastrutture. La più elevata propensione a usare la bici negli spostamenti urbani si registra a Bolzano, in Emilia Romagna, Veneto, a Trento, in Friuli Venezia Giulia e Lombardia. I frequent biker in Italia risultano essere 743.000.
Protagonisti della conferenza saranno anche i territori che hanno già adottato politiche virtuose di mobilità sostenibile, illustrate da Mario Occhiuto, Delegato nazionale all’Urbanistica di ANCI e Sindaco di Cosenza. Tra questi il progetto “Al lavoro in bicicletta” del Comune di Cesena, che incentiva l’uso della bicicletta attraverso un premio in denaro, un rimborso di 25 centesimi per ogni km percorso da casa al lavoro, con un tetto massimo di 2,5 euro al giorno e di 50 euro al mese. Altro comune “in sella” è quello di Collegno in provincia di Torino, dove il Sindaco Francesco Casciano ha predisposto la realizzazione di una ciclabile di collegamento per gli spostamenti casa – lavoro che intercollega tutta l’area metropolitana della città di Torino. In Toscana, il Comune di Casole d’Elsa ha dato vita al primo “bike hub del cicloamatore”, nella Val d’Elsa. Una rete non competitiva di strutture ricettive, Comuni, pro loco, tour operator e negozi di bici sotto un marchio comune che offre servizi e comfort al turista in bicicletta (kit di sicurezza e ricambi, informazioni e facility).
L’Italia sta vivendo una grande contraddizione rispetto ad altri paesi europei: ha una domanda interna ancora molto bassa, ma è il leader europeo nella produzione di bici e componenti, con oltre 8.000 addetti. Siamo il primo paese in Europa per quantità di biciclette prodotte: 2.339.000 unità, con il 18% di share, seguiti da Germania, Portogallo e Polonia. La bicicletta in Europa impiega oltre 70.000 lavoratori, con un’occupazione che in rapporto è di 4 volte superiore quella dell’industria dell’automobile. Se nelle città europee si pedalasse come a Copenhagen si creerebbero circa 76.000 nuovi posti di lavoro nel settore “green”. I veicoli a due ruote hanno quote di mercato sempre più significative, soprattutto per quanto riguarda le e-bike che in Italia nel 2017 hanno registrato un +19% rispetto al 2016 arrivando a 148.000 unità (nel 2016 erano 124.400). Piero Nigrelli, Direttore del settore ciclo di Ancma Confindustria, racconterà infatti, durante il Forum, come l’ e-bike sta rivoluzionando il mercato.
La Bikeconomy attira l’interesse di banche, fondi e sempre più investitori e aziende, come il caso di Askoll, gruppo italiano leader nella produzione di motori elettrici per elettrodomestici, acquari e laghetti che nel 2015, dopo tre anni di ricerca, decide di utilizzare il suo know-how pluridecennale per intraprendere una nuova sfida entrando nel settore della mobilità sostenibile, focalizzandosi nella progettazione e produzione di biciclette a pedalata assistita e scooter elettrici, quotandosi in borsa. A raccontare questa esperienza imprenditoriale di successo saranno Gianfranco Nanni, Corporate Marketing Director di Askoll e Giulio Bastia, Direttore Generale Banca Finnat, che ha seguito la quotazione in borsa di Askoll.
A rafforzare l’interesse degli investitori stanno contribuendo anche le politiche dell’Unione Europea volte a ridurre drasticamente l’inquinamento e la dipendenza dal petrolio, con l’incentivazione della mobilità elettrica e sostenibile, della ciclabilità e, infine, con l’obbligo dell’e-procurement delle PA nel momento in cui si sostituiscono le flotte di veicoli, anche a due ruote.
Un miglioramento qualitativo e quantitativo del sistema infrastrutturale sportivo del nostro Paese è anche al centro della missione dell’Istituto del Credito Sportivo, partner dell’Osservatorio Bikeconomy. Andrea Abodi, Presidente della banca pubblica, illustrerà i progetti messi in campo per favorire un modello italiano dedicato allo sviluppo di una rete, il più possibile integrata, di piste ciclabili, ciclovie e servizi ad esse collegati.
L’introduzione al Forum sarà affidata a Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI e “padrona di casa” del primo museo italiano bike-friendly. Seguiranno gli interventi di Michele Dell’Orco, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Tavani della Segreteria politica della Presidenza della Regione Lazio, Linda Meleo, Assessore Mobilità del Comune di Roma; Roberto Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale e Renato Di Rocco, Presidente Federazione Ciclistica Italiana. A dirigere il Forum Beniamino Quintieri, presidente della Fondazione Manlio Masi, Gianluca Santilli, Presidente dell’Osservatorio Bikeconomy, con Alberto Acciari e Annamaria De Paola, rispettivamente Vicepresidente e Direttore dell’Osservatorio Bikeconomy.
In contemporanea con il Bikeconomy Forum la mostra “Design in bicicletta”, a cura di Osservatorio Bikeconomy e Istituto Europeo del Design vedrà esposti i lavori del progetto “Bike Rome” dello I.E.D. e modelli unici realizzati da Bianchi, Bixxis, Campagnolo, Elite, Granfondo Campagnolo Roma & Sportful, My Future Innovations, Passoni, Pinarello, Q-36.5, Sarto, Selle Royal e VadoLibero.