Batterio killer, AIAB replica su biologico e batterio killer
Nel faccia a faccia di Andrea Ferrante, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), con Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche Mario Negri, avvenuto nella trasmissione RAI Uno Mattina, l’AIAB ha voluto precisare alcune informazioni rispetto a quanto sostenuto da Garattini nei giorni scorsi.
“Innanzitutto ribadiamo che le ultime evidenze raccolte dalle autorità sanitarie circa l’epidemia di E.coli parlano di un problema legato alla contaminazione delle fonti idriche e quindi dell’acqua utilizzata, non di un problema legato a frutta o verdura. Per altro sembra che il batterio incriminato sia del tipo che si sviluppa nell’intestino umano, una conferma ulteriore che il problema è legato alla contaminazione delle risorse idriche”, ha spiegato Andrea Ferrante. “C’è da riflettere sul perché si moltiplichino casi seri e gravi di infezioni da nuovi ceppi di E.coli, sia di origine umana che di origine animale, in Europa provocando continue emergenze in buona parte imputabili a un modello di allevamento intensivo dominante, in cui si fa uso indiscriminato di antibiotici nei mangimi per gli animali. Una pratica che in tutta evidenza induce lo sviluppo di resistenze ai principi attivi di farmaci e antibiotici da parte di microrganismi ”.
“In seconda battuta – prosegue Ferrante – ricordiamo che il biologico è il settore agroalimentare più regolamentato e controllato non solo a livello italiano, ma europeo. Solo in Italia, nell’ultimo anno, sono state effettuate sessantamila visite ispettive e analizzati oltre seimila campioni dagli enti di certificazione, sui circa cinquantamila operatori del settore. Numeri superiori al numero totale delle ispezioni dei NAS e dell’ICQRF del MIPAAF su tutto l’agroalimentare italiano effettuate nello stesso periodo”.
“Che il bio sia più sicuro – conclude Ferrante – è confermato anche dagli 800 comuni italiani che lo hanno scelto per le mense delle scuole elementari, come il comune di Roma, e che con l’arrivo del biologico nel piatto hanno visto azzerarsi i casi di salmonella”.