Assocarta lamenta il peso della bolletta energetica: “quasi un quinto del fatturato”
“Nel 2014 l’Italia si riconferma 4° produttore di carta e cartone in Europa dopo Germania, Finlandia e Svezia grazie al 45 % di export ma il livello produttivo è pari al 2013: 8,6 milioni di tonnellate per un fatturato di 6,7 miliardi di Euro” ha affermato il Presidente di Assocarta Paolo Culicchi durante l’Assemblea Pubblica, svoltasi ieri a Roma.
I macro-comparti presentano andamenti diversificati: carte per usi grafici (-1,1%) che scontano gli effetti dei forti ridimensionamenti degli investimenti pubblicitari su stampa e l’impatto del digitale. Secondo quanto rilevato da Euro-Graph, l’Associazione Europea dei produttori di Carte Grafiche, la domanda nell’Europa Occidentale) è scesa del 3% nel 2014 con riduzioni più accentuate per l’Italia (-8%).Tenuta invece delle carte per usi igienico-sanitari (-0,8%) – che costituiscono il 20% della produzione europea – e del complesso delle tipologie destinate all’imballaggio (+0,4%), tra cui le carte e cartoni per cartone ondulato, voce di maggior spicco del comparto (-0,9%), che hanno scontato gli effetti del peggioramento in corso d’anno dell’attività economica generale. Positivo il risultato nella produzione delle altre tipologie di carte e cartoni (+5,9%).
“Nel complesso un fatturato estero di 3.650 milioni di Euro con un saldo attivo dei conti con l’estero di 123 milioni di Euro - afferma Culicchi – e se allargassimo l’analisi export alla filiera più estesa su un fatturato complessivo di 31 miliardi di Euro vedremmo una bilancia commerciale passata da 2,6 miliardi di Euro nel 2005 a 4 miliardi di Euro nel 2014”.
Ma, spiega ancora Culicchi in apertura della tavola rotonda, coordinata da Davide Tabarelli di Nomisma Energia, “se la carta Made in Italy ha nell’export il suo punto di forza è nella sua bolletta energetica il suo tallone d’Achille che è quasi pari a un quinto del fatturato (oltre 1,1 miliardi di Euro) - escludendo il costo degli oneri CO2 – e costringe il settore ad un costante allarme competitività. Il conto pagato in termini di oneri di sistema gas ed energia elettrica arriva a oltre 160 milioni di Euro l’anno, circa il 14% del costo totale della bolletta. Per esempio, in poco più di tre anni la componente A3 di tali oneri dal gennaio 2011 al dicembre 2014 è quasi triplicata passando da 16,65€/MWh a 49,71€/MWh. Anche la decisione di far pagare il 5% degli oneri di sistema all’autoconsumo, pari a oltre 11 milioni di euro per il settore cartario, ha contribuito a far aumentare significativamente il peso degli oneri in bolletta introducendo un vera e propria tassa sull’efficienza e sulla competitività”.
Il tema dei costi energetici e della competitività è stato ampiamente dibattuto, durante l’assemblea, anche da Guido Bortoni, Presidente AEEGSI, Fabrizio Longa, Coordinatore Commissione Energia Confindustria, Stefano Firpo, Direttore Generale per la Competitività MISE, Rosa Filippini di “Amici della Terra” e Marco Mensink, Direttore Generale CEPI con gli interventi filmati di Antonio Tajani – Vicepresidente del Parlamento Europeo e di Mattia Pellegrini – Direzione Mercato e Industria CE.
“L’attuazione dell’art. 39 avrebbe dovuto comportare una misura analoga a quanto fatto in Germania dove la riduzione degli oneri ha superato i 70 Euro/MWh mentre nel nostro Paese non siamo andati oltre la media di 10 Euro MWh” afferma Culicchi “senza considerare che per il settore cartario la bolletta per l’energia elettrica in Francia si attesta sui 55/60 euro/MWh ed in Germania è addirittura inferiore ai 50 euro/MWh, contro gli oltre 140 euro/MWh dell’Italia”.
A gravare ulteriormente sul gap competitivo con i principali paesi europei ci sono, secondo Assocarta, anche le misure di compensazione dei costi indiretti derivanti dal sistema di scambio di quote di CO2 che in Italia non sono ancora state applicate.
Ai costi dell’energia si sommano infine quelli per le materie prime fibrose che sono quotate in dollari: causa l’indebolimento dell’Euro, per le cartiere europee il costo per la fibra lunga è salito del 18,6% tra aprile 2014 e aprile 2015 (790€/tonn) mentre la fibra corta è rincarata del 35,3% (720€/tonn).
Per quanto concerne la carta da riciclare, prima “materia prima” del settore, con circa 6,1 milioni di tonnellate di carta da riciclare raccolta l’Italia sale sul gradino del 3° “produttore” europeo, dopo Germania, Francia. Una filiera che si prende cura dei propri prodotti, con un tasso di raccolta di oltre il 62% di carta da riciclare e un tasso di utilizzo della stessa di oltre il 54%, “non ha certo bisogno di ulteriori interventi normativi sulla materia” spiegano da Assocarta. “Nessun paragone tra la situazione economico-finanziaria di Italia e Grecia, ma il nostro Paese rischia un fenomeno ITALEXIT a livello competitivo in materia ambientale e energetica” conclude Culicchi “se non ci si muoverà tempestivamente nell’applicare per intero le direttive europee a tutela dell’industria energy intensive come il cartario attraverso una revisione dell’art. 24 (dando certezze sul medio periodo alle scelte di sviluppo industriale); una coerente attuazione all’art. 39 per la parte elettrica (con riduzione degli oneri anche per la parte gas naturale); la compensazione dei costi indiretti derivanti dall’Emissions Trading e, infine, il riconoscimento dell’industria cartaria come energivora a livello europeo nella Riforma Fiscale e in quella delle accise”.