ANBI: in Italia recuperato solo il 15% delle acque piovane
Se quest’anno, di fronte al caldo che sta arrivando, l’Italia non dovrà fare i conti con la siccità, il merito va ascritto solo alle cospicue precipitazioni dei mesi scorsi, abbondantemente sopra le medie del periodo. A sottolinearlo è l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (ANBI) nel rendere noti i dati sui volumi d’acqua presenti nei maggiori invasi di competenza dei Consorzi, cui si accompagnano i confortanti livelli idrometrici, registrati nei grandi laghi settentrionali.
“Nonostante le nostre ripetute e preoccupate richieste, la dotazione infrastrutturale di invasi in Italia non è sostanzialmente cambiata – commenta il presidente Massimo Gargano – e così si riesce ad utilizzare solo il 15% delle acque piovane, che bagnano il nostro territorio. Una ricerca di Kinsey & Company ha valutato in 140 litri la riserva idrica di ciascun italiano che, mediamente, già ne consuma circa 180 litri al giorno; ma ciò che sconcerta maggiormente è il paragone con altri Paesi: la riserva idrica pro-capite in Australia è valutata in 3.300 litri e negli Stati Uniti in 2.200 litri; in Spagna, Paese del Mediterraneo climaticamente simile all’Italia, la riserva è quantificata in 1.100 litri a testa.
Questi dati, commenta l’associazione, “confermano non solo il deficit idrico, che è testimoniato dal generalizzato abbassamento delle falde registrato nel Paese, ma la persistente fragilità del nostro ecosistema, cui solo un Piano Nazionale degli Invasi può dare risposta, evitando il ripetersi di crisi idriche con gravi ripercussioni sull’economia agricola e più in generale sull’ambiente”. La proposta di ANBI, conclude Gargano, “oltre all’estensione dell’uso del sistema esperto Irriframe per l’ottimizzazione dell’irrigazione, prevede invasi collinari e di pianura, capaci di immagazzinare le acque piovane per utilizzarle nei momenti di necessità, riducendo al contempo il rischio di alluvioni.”