Remtech e Sismo, i saloni sulle bonifiche dei siti contaminati e del rischio sismico
“RemTech rappresenta un’importante occasione anche per fare chiarezza sui troppi elementi grigi esistenti nel settore, dal punto di vista normativo”; queste le parole del Presidente dell’ISPRA, prof. Bernardo De Bernardinis, che ha aperto la conferenza stampa di presentazione di RemTech e Sismo 2012.
“Quello della bonifica dei siti contaminati”, ha proseguito De Bernardinis, “è un problema complesso che necessita di elementi conoscitivi multidisciplinari perché le conseguenze della problematica dal punto di vista sociale e politico sono immediate. La manifestazione coniuga diversi importanti aspetti della contaminazione quali, ad esempio, la presenza di siti contaminati sulle coste, le problematiche connesse alla gestione e classificazione dei cumuli di rifiuti lungo le strade, il problema degli inerti e del loro smaltimento nei casi di emergenza”.
“Il nostro è un Paese ancora al palo per quanto riguarda le bonifiche dei siti contaminati”, ha detto Alessandro Bratti, componente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. “Dal lavoro sullo stato delle bonifiche, concluso insieme ad ISPRA, non risultano opere di risanamento vere e proprie, ma solo interventi parziali. Non che non esistano progetti – spiega l’onorevole – ma nessuno di questi è mai stato realizzato”.
“Dobbiamo prendere esempio dalle pratiche già esistenti in altri paesi”, ha affermato Maurizio Pernice, Direttore Generale MATTM, “come l’Inghilterra, dove si assiste alla ricerca di vantaggi economici che consentano di muovere risorse private da utilizzare per il risanamento di questi siti. Anche in Italia dovrebbero prendere piede meccanismi simili, soprattutto alla luce della crisi che investe il settore pubblico”.
Presentato durante la conferenza anche il primo salone dedicato al rischio sismico, evento che si svolgerà all’interno di RemTech e che mira alla traduzione degli obiettivi di prevenzione e mitigazione in pratiche concrete. “Negli ultimi 10 anni la normativa sismica italiana è profondamente cambiata – ha affermato Raffaele Pignone, Direttore del Servizio Geologico della Regione Emilia-Romagna. Dal 2003, con la nuova classificazione, tutta l’Italia è stata giudicata sismica con livelli differenti di rischio. L’anno della svolta è stato il 2006, che ha visto l’ introduzione della norma che impone la costruzione di tutti i nuovi edifici con caratteristiche antisismiche. Si è passati poi all’obbligo di verifica per gli edifici costruiti già esistenti, ma solo 7/8 regioni hanno recepito la normativa. Nel 2009, l’accordo tra Protezione Civile e Regioni ha visto lo stanziamento progressivo in 7 anni di 965.00 euro per la messa in sicurezza degli edifici strategici e privati ( 30%). In particolare, per quanto riguarda l’Emilia Romagna – prosegue Pignone – abbiamo da poco pubblicato il report aggiornato sui sopralluoghi di agibilità effettuati dopo il recente sisma: su 39.502 sopralluoghi effettuati, 38.108 tra edifici ad uso abitativo, scolastico, produttivo, commerciale e turistico, suddivisi in Province e Comuni, sono stati già informatizzati”.