A scuola di resilienza a Rovereto, dal 15 al 18 dicembre
Anti-sismicità, sostenibilità energetica, adattamento al cambiamento climatico e al dissesto idrogeologico, economia circolare e nuovi modelli di governance. I territori potranno svilupparsi e prosperare solo se sapranno intraprendere la strada della resilienza, mostrando cioè la capacità di resistere a sollecitazioni improvvise, di reagire a urti improvvisi “senza spezzarsi”.
Per spiegare come rendere forte e resiliente il nostro paese, l’Italia, e i suoi territori torna la Scuola della Resilienza, tre giorni organizzati da RENA, rete delle comunità del cambiamento, GeoAdaptive, società di consulenza su Resilienza e Sostenibilità, e Climalia, società per l’implementazione della resilienza, con il patrocinio del Comune di Rovereto e di Trentino Sviluppo.
Un format dedicato agli amministratori, professionisti e ricercatori che vogliono capire come impostare strategie di lungo termine, impiegando strumenti innovativi e una visione organica multi-scalare su fenomeni come la messa in sicurezza strutturale, la preservazione degli asset naturali, la gestione del rischio e la tutela del tessuto socio-economico.
La seconda edizione si terrà presso Progetto Manifattura, a Rovereto (TN) l’incubatore di tecnologie pulite e economia circolare di Trentino Sviluppo dal 15 al 18 Dicembre 2017. Il numero di partecipanti alla scuola è chiuso e le iscrizioni terminano il 25 novembre.
Se la prima edizione della scuola ha visto presentare i fondamenti della teoria della resilienza per costruire un quadro credibile e ragionevole di condizioni – generali e specifiche – di resilienza, la seconda edizione vuole lavorare sulle applicazioni concrete attraverso politiche di governo del territorio e delle risorse che sappiano coniugare sostenibilità, resilienza, sicurezza e adattamento ai cambiamenti climatici. Operatività e applicabilità sono le due parole chiave prefissate dagli organizzatori, per un evento dai ritmi serrati, grande condivisione di informazioni e networking.
«In questa edizione si lavorerà su scenari d’implementazione di piani, progetti e sistemi di gestione “resilienti”. L’obiettivo di questa iniziativa di formazione vuole essere proprio quella di definire un quadro conoscitivo entro il quale le amministrazioni e i professionisti possano attivare capacità e strumenti per aumentare la capacità di risposta del sistema socio-economico alle molteplici crisi che oramai affliggono il nostro Paese», spiega Piero Pelizzaro di Climalia, coordinatore scientifico della Scuola di Resilienza.
Nello specifico la Scuola della Resilienza vuole articolarsi in quattro sessioni di lavoro specifiche: la prima declinata sul tema della policy del design per la resilienza, la seconda mettendo al centro gli strumenti finanziari e la policy legacy, la terza centrata intorno al tema della pianificazione urbana e delle infrastrutture e infine la resilienza nel contesto economico.
Tanti gli speaker che contribuiranno alla scuola, dal docente del Politecnico di Milano Paolo Pileri, a Kees Van der Geest (United Nation University), da Alessandro Coppola (Gran Sasso Science Institute de L’Aquila) a Veronica Olivotto (Institute for Housing and Urban Development Studies) e Annibale D’Elia (Comune di Milano).
Si lavorerà in particolare sulla resilienza dei centri abitati, sia in ottica di sicurezza a breve termine che in quella a lungo termine “a prova di clima”, oltre che sui nuovi modelli di economia circolare, con gli autori del libro “Che cosa è l’Economia Circolare” e su industria 4.0 con il direttore Area Incubatori e Nuove Aziende di Trentino Sviluppo, Michele Tosi.
Verrà inoltre realizzata una sessione orientata al Trentino, “Strumenti per la valorizzazione non profit di asset strategici”, per capire come intervenire con strategie economiche innovative sulla capacità di un territorio di resistere a shock infrastrutturali o contingenti, sia ambientali (cambiamento climatico, dissesto idrogeologico) che sociali (chiusura di imprese, transizioni tecnologiche, migrazioni).
«Per il nostro paese è fondamentale formare buoni amministratori capaci di pensare ed operare in modo resiliente, capaci di trovare soluzioni sostenibili che tengano conto della complessità , che sappiano anticipare gli shock e prevenire il rischio attraverso una continua e stretta collaborazione con esperti, scienziati e cittadini» dice Letizia Piangerelli, Vice Presidente di RENA.