A Milano parte PHOCS, per produrre idrogeno a zero emissioni
E’ partito giovedì scorso al Center for Nano Science and Technology (CNST) dell’Istituto italiano di tecnologia di Milano il progetto PHOCS (Photogenerated Hydrogen by Organic Catalytic Systems), per realizzare dispositivi a zero emissioni per la produzione di idrogeno. Finanziato nell’ambito del programma Energia dei progetti FET della Commissione Europea per 2,85 milioni di euro, PHOCS avrà una durata di tre anni e, oltre al CNST, che fa da coordinatore, coinvolgerà altri sei istituti di ricerca europei e un partner industriale all’avanguardia nel settore energia (Universitat Jaume I De Castellon (UJI) in Spagna, Instituto Superior Tecnico (IST) in Portogallo, Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL) in Svizzera, Fundacion IMDEA Nanociencia (IMDEANano) in Spagna, Technische Universität München (TUM) in Germania e l’Istituto ENI Donegani in Italia).
L’obiettivo del progetto, spiegano i ricercatori del Centro, è appunto quello di “realizzare un innovativo dispositivo fotoelettrochimico costituito da semiconduttori organici e inorganici, in grado di separare in modo efficiente ed economico l’idrogeno dall’acqua, senza produrre sostanze inquinanti”. In futuro sarà quindi più facile sostituire o affiancare le fonti fossili di energia con il più verde idrogeno.
“L’invenzione di un nuovo metodo per la produzione di idrogeno è importante per la creazione e il mantenimento di un’economia verde basata su fonti di energia rinnovabili. Il nostro progetto vuole dimostrare che è possibile ottenere idrogeno attraverso un nuovo metodo fotocatalico, efficiente ed ecocompatibile, che non utilizza fonti di energia fossili né produce anidride carbonica come sottoprodotto” commenta Guglielmo Lanzani, direttore del Center for Nano Science and Technology e coordinatore di PHOCS.
La separazione dell’idrogeno dall’acqua sarà ottenuta grazie a una cella foto-elettrochimica che è combinazione di tecnologia fotovoltaica organica e di semiconduttori inorganici d’avanguardia. La normale efficienza dei materiali organici fotosensibili sarà, infatti, aumentata associandoli a materiali polimerici nanostrutturati e realizzando così una cella foto-elettrochimica dal design innovativo. In particolare, i ricercatori del CNST realizzeranno elettrodi composti da un materiale costituito da nanoforeste di ossidi, rivestite dallo strato fotosensibile.