30 associazioni contro gli Ogm: “Il nuovo governo dica no ai semi modificati”
Un appello a tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale, perché si impegnino a dire no agli Ogm se faranno parte del nuovo governo. A lanciarlo, una trentina di associazioni ambientaliste, di difesa dei consumatori e di categoria, tra cui Aiab, Firab, Legambiente, Greenpeace, Wwf, Federparchi e Slow Food.
“Chiediamo in modo chiaro e trasparente a tutti i partiti e candidati impegnati nella consultazione elettorale di esprimersi in merito all’adozione, entro sessanta giorni dalla data di formazione del Governo, della clausola di salvaguardia da notificarsi alla Commissione Europea, su iniziativa dei Ministri delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, della Salute, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al fine di vietare ogni forma di coltivazione di OGM autorizzati a livello europeo (mais MON-8IO e patata Amflorà) a tutela della sicurezza del modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano”, si legge nel testo dell’appello diffuso dalle associazioni.
L’adozione degli Ogm comporterebbe il venir meno di “quei principi di precauzione e di responsabilità che implicano il dovere di informare ed impedire l’occultamento di dati e ricerche su possibili rischi, sia per la salute che per l’ambiente“. In secondo luogo, “la scelta degli Ogm – di per sé fattore di omologazione – avrebbe come conseguenza la messa in discussione di uno dei principali fattori di creazione di valore aggiunto del Paese e, cioè, il nostro modello agricolo e zootecnico per quanto riguarda, in particolare, la selezione di mangimi. La nostra agricoltura, infatti, è fondata su produzioni ‘distintive’apprezzate sul mercato interno ma, ancor più, all’estero. E’ questa chiave identitaria e distintiva basata sulla qualità e sulla bio-diversità a dar vita a quel Made in Italy così suggestivo e così internazionalmente riconosciuto da essere costantemente minacciato da imitazioni e falsificazioni”.
Infine, sottolineano le associazioni, “la scelta Ogm aprirebbe un insanabile conflitto con tutte quelle esperienze avviate con successo in economia e nella società, che stanno dando vita a modelli di consumo sempre più basati sulla trasparenza, sulla assoluta garanzia di sicurezza, sul riconoscimento della firma del ‘produttore’ stesso, ripristinando la fiducia negli scambi dopo i vari scandali provocati dal commercio internazionale (dalla mucca pazza, all’influenza aviaria)”.