24 ore di Alig’Art al Lazzaretto di Cagliari. Ma l’Expo continua…
Un Festival durato 24 ore, senza interruzione, giorno e notte, con incontri, mostre, giochi di comitato, dj set e video proiezioni notturni. Il 12 novembre è tornato al Lazzaretto di Cagliari, Alig’Art, organizzato dall’Associazione Sustainable Happiness. Una non stop frenetica (dalle 9 del sabato fino alle 9 della domenica) dal titolo E’ la fine del mondo! intorno a quattro tematiche: finanza ed economia, cibo e alimentazione, lavoro e commercio, ambiente e turismo. Sempre sotto l’insegna della sostenibilità.
C’è stata la storia dell’Accademia del cibo Casa Puddu, fondata dallo chef Roberto Petza e da Gianfranco Massa come sfida per una cultura etnoantropologica ed enogastronomica. L’esperienza della lotta all’abbandono della terra e degli orti urbani condivisi dell’Associazione Terre Colte; le “Apocalissi possibili” raccontate dal giornalista di PandoraTv e Megachip Pino Cabras e dello scrittore, sceneggiatore e regista Bepi Vigna. Con l’aiuto di Banca Etica è stato inoltre presentato un vademecum di “Sopravvivenza finanziaria”, mentre insieme ad Acta (l’Associazione dei freelance) si è riflettuto sulla vita da precari in perenne lotta per i diritti e si sono raccontate tragicomiche storie di freelance che ogni giorno devono spiegare che lavoro fanno “precisamente”. Ma si è parlato anche di tessitura, che significa metaforicamente discutere di relazioni, luoghi e comunità, grazie ai racconti delle Associazioni Casa Lussu e Peter Pan e le Cooperative Schema Libero e l’Aquilone. E poi l’immancabile focus sull’ambiente, “Cambiamenti Climatici: è la fine del mondo?”, con Sergio Ferraris (giornalista, direttore di Quale Energia), Igor Staglianò (giornalista e inviato RAI) e Stefania Divertito (giornalista di inchiesta e scrittrice).
E per finire i laboratori sull’ambiente di Game Design e di Introduzione alla Chimica delle Estrazioni e le visite guidate scolastiche all’”Expo“, nucleo centrale della manifestazione (dal 12 al 27 novembre), con la collettiva di artisti, designers, artigiani e creativi che esporranno le loro opere realizzate con materiali di recupero. Una mostra che riflette sull’ambiguità della società, per svelare ogni ipocrisia sull’ambiente: il bello e il brutto, il bene e il male. In una parola le contraddizioni del reale, le due facce di una quotidianità sempre in bilico tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, tra il sostenibile e l’insostenibile.